Catania – Parlare, ragionare, ribellarsi e denunciare. È stata una lezione di vita, oltre che una proficua chiacchierata, quella che stamattina si è svolta al liceo classico Mario Cutelli, da parte del Sostituto Procuratore della Repubblica, Andrea Ursino, relatore d’eccezione per l’incontro “Cosa Nostra Catanese, Racket e Omertà”, organizzato dall’associazione nazionale antimafia Alfredo Agosta, in collaborazione con PiazzaGrande Adv. Il Pm, dopo aver ringraziato l’associazione per il lavoro avviato nelle scuole, data l’importanza degli argomenti in questione e di discutere con le generazioni più giovani, anche per far sentire loro la vicinanza delle istituzioni, ha fatto un excursus dei clan mafiosi catanesi, ricordando la parabola dei Santapaola e la lotta con il clan dei Cappello, prima di entrare nel vivo dell’argomento: il racket e l’omertà.
“Diffidate – ha detto Ursino – di questi “amici buoni” che si prestano per fare da tramite tra chi subisce il danno e l’istituzione mafiosa. Bisogna sempre denunciare questi fenomeni di prevaricazione”. Il Sostituto Procuratore ha insistito particolarmente sull’importanza della denuncia. “Dovete arrabbiarvi. Sempre – ha continuato – e denunciare, senza scendere a compromessi”. E ha ricordato Libero Grassi, tra i primi a denunciare il pizzo, parlando della morte dell’imprenditore come uno spartiacque. “Il suo sacrificio non è stato vano – ha detto – perché solo dopo la sua morte, lo Stato ha varato le norme per combattere estorsione e pizzo. Non ho la sfera di cristallo – ha evidenziato – ma ho capito che da soli si perde sempre”.
Entusiasta il preside del liceo Cutelli, Raimondo Lucio Marino, che ha partecipato al dibattito, insieme ad alcuni insegnanti e naturalmente agli studenti che hanno animato la mattinata con domande e riflessioni. “Un grande successo – ha commentato in conclusione Giuseppe Agosta – che ci conferma come il lavoro che stiamo portando avanti sia apprezzato non solo dagli adulti, ma dagli studenti”.