Secondo i dati forni dal Ministro dei Trasporti, la Motorizzazione ha immatricolato nel mese di marzo 2014 139.337 autovetture, con una variazione di +4,96% rispetto a marzo 2013, durante il quale ne furono immatricolate 132.753 (nel mese di febbraio 2014 sono state invece immatricolate 118.746 autovetture, con una variazione di +8,98% rispetto a febbraio 2013, durante il quale ne furono immatricolate 108.963).
Nello stesso periodo di marzo 2014 sono stati registrati 366.276 trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di -2,27% rispetto a marzo 2013, durante il quale ne furono registrati 374.783 (nel mese di febbraio 2014 sono stati invece registrati 353.242 trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di +2,87% rispetto a febbraio 2013, durante il quale ne furono registrati 343.403). Nel mese di marzo 2014 il volume globale delle vendite (505.513 autovetture) ha dunque interessato per il 27,56% auto nuove e per il 72,44% auto usate.
Nel periodo gennaio-marzo 2014 la Motorizzazione ha in totale immatricolato 376.519 autovetture, con una variazione di +5,82% rispetto al periodo gennaio-marzo 2013, durante il quale ne furono immatricolate 355.818. Nello stesso periodo di gennaio-marzo 2014 sono stati registrati 1.079.568 trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di -0,80% rispetto a gennaio-marzo 2013, durante il quale ne furono registrati 1.088.327.
Federauto rimarca che la componente più importante della domanda, ossia quella dei privati, e quindi delle famiglie, arranca e, nonostante le aggressive strategie promozionali messe in campo da tutte le marche, continua a generare volumi critici. Conclude il presidente Filippo Pavan Bernacchi: «E visti i dati diffusi oggi sul tasso di disoccupazione, a febbraio pari al 13%, non c’è da stupirsi. Più di 3 milioni di italiani senza lavoro sono un limite gravissimo per la nostra economia e grave freno ai consumi interni. Oltre che un dramma sociale. È per questo che il governo dovrebbe cambiare marcia all’insegna della discontinuità con il passato. Basta balzelli sugli autoveicoli, che hanno allontanato i nostri clienti dall’acquisto e dall’uso. Tassazione esagerata e insensata che ha danneggiato per primo lo Stato, che l’anno scorso ha introitato circa 3 miliardi di euro in meno dal nostro settore. Se le vendite, in questo contesto sfavorevole, si attesteranno su questi bassi volumi, pari al -30% rispetto a quello che il mercato Italia dovrebbe esprimere, a farne le spese saranno le concessionarie, le officine e tutto l’indotto, che contribuiranno a ingrossare le file dei disoccupati in una spirale negativa senza fine».