Via libera ai correttivi: gli studi di settore 2013 terranno conto della particolare congiuntura che ha interessato le attività economiche nel corso dell’anno. Il parere positivo è arrivato dalla Commissione degli esperti che ha eseguito un’indagine su più di due milioni di contribuenti.
In base ai dati relativi al 2012 il numero di contribuenti che risultano naturalmente congrui si è andato ampliando nel corso degli anni, arrivando a un rapporto di sette contribuenti su dieci (il 73,30%).
In aumento anche i contribuenti che hanno utilizzato il campo annotazioni per evidenziare particolarità nell’esercizio dell’attività (come nel caso di periodi di non normale svolgimento della stessa): dai 309.190 del 2011 ai 356.167 del 2012 (+15,19%). Il numero di contribuenti che hanno utilizzato il campo annotazioni in relazione alla crisi economica è invece passato dai 56.486 del 2011 ai 65.000 del 2012 (+15,07%).
La Commissione ha valutato il differente peso che la crisi economica ha avuto nei vari settori economici e nelle diverse regioni.
L’attività di monitoraggio della crisi ha preso le mosse da una corposa raccolta di informazioni (fornite dagli Osservatori regionali, dalle Associazioni di categoria, dalla Banca d’Italia, dall’Istat e da altri soggetti) e dall’analisi dei dati contenuti nelle comunicazioni e nelle dichiarazioni annuali Iva. Le elaborazioni sono state effettuate su un panel di circa 2,1 milioni di contribuenti che hanno applicato gli studi di settore.
I correttivi approvati per adeguare gli studi di settore alla situazione di crisi economica rientrano nelle quattro categorie già previste per il periodo di imposta 2012, e cioè: interventi relativi all’analisi di normalità economica, correttivi specifici per la crisi, correttivi congiunturali di settore, correttivi congiunturali individuali.