Immigrati: la lezione americana per quanti superano le nostre frontiere

Barack ObamaBarack Obama, Martin Luther King, Condoleezza Rice, Colin Powell, Jesse Jackson, Muhammad Ali, Mike Tyson, Tiger Woods, Magic Johnson, Michael Jordan, Serena Williams, Venus Williams, Bill Cosby, Morgan Freeman, Whoopi Goldberg, Samuel L. Jackson, Spike Lee, Eddie Murphy, Will Smith, Denzel Washington, Sidney Poiter, Richard Wright, Louis Armstrong, James Brown, Ray Charles, Duke Ellington, Aretha Franklin, Gloria Gaynor, Jimi Hendrix, Whitney Houston, Michael Jackson, Rihanna, Diana Ross, Donna Summer, Tina Turner, Barry White, Stevie Wonder ed ancora Frank Sinatra, Elvis Costello, Dean Martin, Madonna, Rodolfo Valentino, Ernest Borgnine, Robert De Niro, Al Pacino, Martin Scorsese, Frank Capra, Vincente e Liza Minnelli, Francis Ford Coppola, Michael Cimino, Danny De Vito, Brian De Palma, Leonardo Di Caprio, Quentin Tarantino, John Turturro, Lawrence Ferlinghetti, Mario Puzo, Fiorello la Guardia, Rudolph Giuliani, Mario Cuomo, Bill De Blasio.
Questo è un elenco stringato e ridotto all’osso di cittadini degli Stati Uniti d’America che si sono affermati a livello mondiale in tutti i campi dell’agire umano.

Solo una piccola parte di tutti gli elenchi disponibili e sono afroamericani e italoamericani. Gente che tra l’Ottocento e il Novecento arrivò in America con velieri e bastimenti che poco o nulla hanno da invidiare alle attuali carrette del mare considerato che i primi attraversavano l’Oceano Atlantico e le seconde il Mare Mediterraneo. Per scelta o per imposizione questa gente arrivò in America nelle condizioni peggiori ma col tempo sono diventati cittadini a tutti gli effetti con l’esempio più fulgido rappresentato proprio da Barack Obama, adesso 44° Presidente degli Stati Uniti d’America. Ovviamente non tutto fu semplice. Tra gli immigrati c’era gente come Al Capone ma l’intelligenza degli americani fu quella di reprimere l’illegalità (magari con qualche esagerazione dettata dai tempi come per Sacco e Vanzetti) e di “utilizzare” una grande forza che arrivava da lontano. La storia la conosciamo tutti. Questa gente, insieme ad irlandesi, cinesi, svedesi, spagnoli…, ha fatto degli Stati Uniti il più grande Paese del mondo.
Noi, in Italia, in questi giorni ci stiamo confondendo per alcune migliaia di immigrati che non sappiamo dove mettere. Una confusione e un disagio normale perché il problema non è stato affrontato nella maniera giusta o meglio, ancora neanche si sa come deve essere affrontato.  O si rigettano subito a mare come ha fatto la Spagna o si accolgono come hanno fatto gli Stati Uniti. Invece, come sempre, viviamo nell’eterna indecisione ponendo condizioni quasi inumane agli immigrati e grandi disagi alla nostra gente, prima Lampedusa adesso Augusta e Pozzallo.

Chiaro che l’Italia non è gli Stati Uniti, neppure quelli dei secoli scorsi, ma è anche vero che stiamo diventando sempre meno e che abbiamo bisogno di forze nuove. Possibile che nessuno riesca a usare il cervello e a trovare una soluzione per “usare bene” queste giovanotte e questi giovanotti che vogliono venire da noi? Possibile che siamo talmente forti da ritenerci autosufficienti? Proviamo a riflettere, magari lasciando da parte i pregiudizi e studiando un po’ di storia.

Mat

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