Genny’a Carogna più forte di Renzi e Grillo

Genny 'a Carogna

Genny ‘a Carogna

L’Italia è il paese dei paradossi, anzi molto di più. Infatti, se Matteo Renzi e Beppe Grillo tengono le loro consultazioni in streaming, Genny’ a Carogna le tiene invece in mondovisione. Basta poco a capire chi è il più forte.
Ed infatti, ma quali trattative Stato – mafia… quelle dell’Olimpico sono state molto, molto di più. Anche perché straordinariamente condotte alla luce del sole, anzi dei fari, davanti al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e a decine e decine di rappresentanti istituzionali e delle Forze dell’ordine. Letteralmente una vergogna.

Fosse un caso isolato lo si potrebbe trattare come tale, ma purtroppo nel calcio italiano situazioni del genere sono purtroppo una triste consuetudine che periodicamente si ripete. Il 21 marzo 2004 una situazione simile portò alla sospensione, imposta dagli ultras, del derby Roma – Lazio solo perché si era sparsa la voce che un bambino fosse stato investito da un’auto della Polizia. Notizia assolutamente priva di fondamento. Ma i capi delle curve imposero la loro volontà e la partita fu rinviata.
E guarda caso, al centro dell’episodio di sabato scorso c’è uno dei protagonisti di quella sera, Daniele De Santis, detto Gastone che è accusato di avere sparato al tifoso napoletano Ciro Esposito.

De Santis, con gli altri, per quella storia del derby non ha fatto neppure un’ora di carcere perché i reati ipotizzati sono tutti andati in prescrizione. Come molti degli ultras, anche lui ha una fede di estrema destra. Rivela l’edizione romana del quotidiano “La Repubblica”: «Nel 2008 Daniele  De Santis era stato candidato in una lista che sosteneva Gianni Alemanno come candidato sindaco nell’allora XX municipio (oggi XV). De Santis, che aveva ottenuto 44 voti, era candidato nella lista dal nome “Il Popolo della Vita per Alemanno”».

Intanto, la Magistratura, ha dato ordine di fermare anche Ciro Esposito, per quanto egli sia ancora in ospedale in condizioni gravi, perché a quanto pare aveva tentato, insieme ad altri, di aggredire il De Santis. Una storia assolutamente edificante. Aveva ragione Oscar Wilde a dire: «Il calcio è uno sport da gentiluomini fatto da bestie, mentre il rugby è uno sport da bestie fatto da gentiluomini». Magari le cose non stanno proprio così per quel che riguarda i giocatori ma sicuramente per i tifosi. Si provi a fare un paragone tra il pubblico perfino di partite come Inghilterra – Scozia o Inghilterra – Irlanda, dove si scontrano rivalità centenarie arricchite da dozzina di guerre. Come simbolo di questa affermazione, basti pensare che nel secondo film della Trilogia del Signore degli Anelli “Il ritorno del Re”, le urla degli orchi che assediano la fortezza del Fosso di Helm non sono altro che il suono prodotto dal pubblico di uno stadio di calcio.

Ovviamente questo riguarda la minoranza di coloro che vanno a vedere le partire ma purtroppo si tratta di una minoranza rumorosa e molto efficiente. Come mortalmente efficienti erano gli hooligans inglesi che nello stadio Heysel di Bruxelles fecero strage di tifosi juventini. Le squadre inglesi sparirono per squalifica dell’Europa per quattro anni e nel frattempo il governo prese i giusti provvedimenti ed ora non succede quasi più nulla. In Italia, invece, si urla all’ingiustizia quando alcuni tifosi della Lazio che credevano di potere fare quello che volevano in Polonia, vennero arrestati, incatenati e sbattuti senza alcun riguardi in carcere. Dalle nostre parti furono in tanti a strillare per l’ingiustizia subita da “quei bravi ragazzi”. Intervennero gli allora Presidente del Consiglio Enrico Letta e il ministro degli Esteri Emma Bonino, mentre il ministro degli Interni Barlomiej Sinkiewicz dichiarava alla televisione polacca: «Comprendo il dolore dei familiari dei tifosi laziali arrestati in Polonia, ma la verità è che una parte di loro si trova a Varsavia per assistere i propri figli “banditi”. La legge è uguale per tutti, sia per i polacchi sia per gli stranieri».

Purtroppo in Italia non è così, almeno non lo è negli stadi. In Spagna il buontempone che ha tirato la banana al calciatore del Barcellona Dani Aldes non potrà più mettere piede in uno stadio di calcio; nel 2002 il portiere del Messina, Emanuele Manitta, fu colpito con un pugno (e mandato in ospedale con un trauma cranico e la frattura della mascella) da un ultras della curva nord del Cagliari entrato in campo, un certo Massimo Meloni che se la cavò con il pagamento di un’ammenda per invasione di campo.
C’è da aggiungere altro?

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