Lo sappiamo tutti che il traffico è uno dei problemi più gravi di Catania. Una cosa seria, non come la battuta del film “Johnny Stecchino”. Ogni mattina, infatti, entrano in città decine di migliaia di macchine che ne escono solo alla fine dell’orario di lavoro. Oltre a questo i catanesi posseggono 72 auto ogni 100 abitanti.
L’automobile è dunque il principale mezzo di trasporto utilizzato dai catanesi. Complice anche la scarsa efficienza dei servizi di trasporto pubblico. A un anno dall’approvazione del Piano Urbano del Traffico, a che punto è la situazione? Città Insieme si è posta questa domanda e l’ha girata all’Amministrazione comunale. Ma si è anche posta il quesito circa quello che possono fare anche i cittadini.
Sono intervenuti Giuseppe Inturri, ricercatore e docente di trasporti presso il Dipartimento di ingegneria civile e architettura dell’Università di Catania, l’assessore alla mobilità del Comune di Catania, Saro D’Agata, e il presidente dell’Amt Carlo Lungaro.
L’ingegnere Inturri ha evidenziato che il tasso della crescita della motorizzazione a Catania, in controtendenza nazionale, è cresciuto negli ultimi anni. C’è anche un fortissimo squilibrio nelle modalità di spostamento: 75% dei catanesi si muove con mezzi privati, il 10% con quelli pubblici, il 15 a piedi e praticamente nessuno in bicicletta. Una situazione che rende scarsa la vivibilità urbana. Da qui le proposte. Il Piano Generale Urbano del Traffico prevede l’estensione a circa trentadue chilometri delle piste ciclabili. La proposta alternativa è quella di mettere mano a un “BiciPlan” che abbia i criteri non delle Piste ciclabili, ma di “itinerari ciclabili”, studiati per favorire gli spostamenti casa-lavoro o scuola. Destinare il 15% degli introiti delle multe già destinati alla sicurezza stradale alla realizzazione del Bici Plan. Ridurre la circolazione di auto nel centro del 30% tramite: rafforzamento trasporto pubblico AMT, attivazione parcheggi scambiatori e altre linee BRT, incentivazione del Carpooling e del Bikesharing.
Accesso al centro storico consentito solo a: veicoli elettrici, auto ibride e bifuel.
Nel suo intervento Carlo Lungaro ha elencato una serie di interventi per migliorare il servizio. Revisione e rimodulazione della rete e dell’esercizio. Semplificazione dei percorsi. Taglio delle percorrenze poco utilizzate, recupero di vetture e autisti da riutilizzare sulle linee più deboli di collegamento alle periferie (S. Giorgio, Librino, etc.). Azioni che consentiranno nel futuro l’integrazione della nuova rete con quella metropolitana e la creazione di nuovi sistemi di trasporto: progettazione della funivia, il collegamento con l’aeroporto, il collegamento con i paesi etnei.
«Non si può parlare di soluzione dei problemi del traffico a Catania – ha spiegato l’assessore D’Agata – se non in un’ottica metropolitana. Altro problema che la Regione con ha ancora fatto una legge apposita sui trasporti. Questo ci priva di importanti risorse economiche. Un grosso problema, in questo senso, è la ricerca del posteggio. Entrano quindi in gioco i parcheggi scambiatori che stiamo cercando di attivare. Stiamo lavorando per mettere in strada i bus “ad alta velocità”. Ma dobbiamo considerare la conformazione delle strade del centro storico di Catania, che non consente di utilizzare alcune moderne forme di trasporto pubblico».
D’Agata ha poi accennato a una differenziazione delle tariffe di Sostare, solo a queste condizioni si potranno mettere in atto politiche che scoraggino l’utilizzo dell’auto in città.