L’associazione “Vivencia” ha presentato al palazzo Riggio di Aci Catena una serata di gran ballo storico all’insegna dell’allegria. In scena per le bellissime scenografie i 24 ballerini della Compagnia Nazionale di Danza Storica diretta da Nino Graziano con abiti ottocenteschi che ricordano il “Gattopardo” e che hanno fatto assaporare al numerosissimo pubblico presente, emozioni, gioia, tremito di un allegro valzer, quadriglia e contraddanza.
L’Associazione organizza in vari città siciliane, Palermo, Licata, Mazara del Vallo e Catania, delle piccoli realtà coordinate dall’Ambasciatrice Regionale Carla Favata .
«La manifestazione che ha visto impegnati il gruppo dei ballerini catanesi al palazzo Riggio ad Aci Catena si esibisce, non solo nel territorio siciliano e nazionale – spiega lo speaker responsabile per le comunicazioni Lucio Di Mauro – ma anche all’estero, specialmente in Europa, infatti il tour parte proprio da questa prima esibizione ad Aci Catena».
Di Mauro ha approfittato per ricordare la bellissima attrice Claudia Cardinale, protagonista del film Il Gattopardo di Luchino Visconti (1963)
Molto frizzante è stato il coinvolgimento del pubblico in una danza con i ballerini durante la quale tutti coloro che vi hanno partecipato si sono divertiti tantissimo piroettando sotto la guida della maestra Lucia Siracusa.
L’intervallo è stato coperto dai canti dialettali di Rosa Balistreri ottimamente interpretati dalla cantautrice siciliana Cinzia Sciuto che ha anche ricordato la grande cantante licatese per la vita sfortunata. Il sindaco Ascenzio Maesano, insieme agli assessori Agata Maiorca e Maurizio Pellegrino, dopo aver assistito all’esibizione nelle bellissime coreografie dei ballerini hanno salutato gli addetti ai lavori, ballerini e pubblico, congratulandosi per lo spettacolo, e il primo cittadino detto tra l’altro: «La cultura acquisita dall’uomo in quanto membro della società che include quel vasto sapere, quel bagaglio di conoscenze, appartenente ad un certo gruppo sociale, è ritenuto fondamentale per la sua sopravvivenza, che viene trasmesso, consapevolmente, di generazione in generazione».
Carmelo Santangelo