Un tuffo nella tradizione di Catania Anni ’50 con lo spettacolo di Francesca Di Giorgio “Mi metto in gioco”

Francesca Romana Di Giorgio

Francesca Romana Di Giorgio

“Adif – la bottega dell’arte” ha chiuso piacevolmente la sua stagione teatrale al Sipario Blu con “Mi metto in gioco”, prima sceneggiatura di Francesca Romana Di Giorgio. Una divertente ed inedita commedia degli equivoci in due atti che racconta la storia di una famiglia che si trasferisce a Catania negli anni ’50.

Un testo brillante e coinvolgente grazie anche alle musiche anni ’40 e ’50 che legano le scene. Sul palco, insieme all’autrice e regista Francesca Romana Di Giorgio, gli artisti di “Adif – la bottega dell’arte”: if nel ruolo dei genitori, Greta Giarrusso e Gabriele Rametta sono i fidanzati e il piccolo di casa interpretato dal giovanissimo Jacopo Cristaldi. E ancora Giuditta Belviso, Maria Giamboi, Federica Zafarana, Sabrina Papa, Giorgia Finocchiaro e la partecipazione di Elena Lacalamita.
Il tutto impreziosito dalla partecipazione del gruppo di flamenco di Rossana Arena, composto da Silvana Lombardo, Maria Cristina Marino, Serena Passarello, Virginia Rapisarda, Simona Sapienza, Simona Somma e Chiara Spampinato.
Audio e luci a cura di Salvo Merola.
«Ho voluto dare un’immagine genuina della mia amatissima Catania negli anni ’50 – ha dichiarato l’autrice – la realtà raccontatami da mio padre, mia madre e la mia famiglia tutta, tanto da aver “osato” prendere in prestito il nome dei miei nonni per i due protagonisti, cambiando di poco il loro cognome. Anche questa volta, come in “Catania la terra dell’ara” la mia Catania è scrigno di racconti e ricordi».

E il pubblico ha gradito e si è divertito. Il racconto ha riportato indietro il tempo in cui tutto era più genuino e la tradizione aveva ancora valore.
Una tradizione, però, che ha lasciato un segno profondo anche tra i catanesi di oggi che si sono divertiti tantissimo a vedere e sentire modi di fare e di dire ormai desueti ma che appartengono al ricordo e al patrimonio culturale comune. Un tuffo nel passato che si è paradossalmente rivelato più presenti di quanto ognuno di noi, e ovviamente dei presenti in teatro, credeva e pensava. Una serata di divertimento all’insegna della catanesità più verace.

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