Attacco frontale da parte di Catania Bene Comune all’amministrazione guidata dal sindaco Enzo Bianco sulla gestione degli asili nido. Secondo l’associazione il comune sta penalizzando le fasce più deboli della cittadinanza.
«La sperimentazione della riforma del servizio all’infanzia voluta dal sindaco Bianco e dall’assessore Trojano – si legge in un comunicato stampa – ha dimostrato, nei primi mesi del 2014, i suoi macroscopici difetti, escludendo, a causa di rette troppo alte, le famiglie meno abbienti dagli asili nido e lasciando le strutture semivuote. Gli asili infatti hanno accolto fino a luglio poco più di un terzo dei bambini che sono capaci di ospitare. Che il problema della scarsa affluenza di bambini siano state le rette troppo alte lo dimostra il fatto che si sono immediatamente esauriti i pochi posti, a numero chiuso, a tariffa agevolata e sono pochissime le famiglie che si sono potute permettere la tariffa intera (165 euro per la mezza giornata e 275 euro per il tempo pieno)».
Giunge rapida la risposta dell’assessore al Welfare Fiorentino Trojano: «Siamo alle solite sciocchezze, tutte le domande per le fasce di reddito basse sono state accettate, anche con l’ampliamento del numero di bambini ammessi. E c’è anche l’assistenza gratuita.
«Quelle che sono mancate, semmai – ha aggiunto Trojano – sono state le fasce di reddito medio-alte, anche a causa della grande confusione fatta lo scorso anno da Catania Bene comune. Che adesso, proprio alla riapertura le iscrizioni, ha ripreso una campagna di disinformazione con la quale si finisce con il favorire le strutture private».
«L’unica verità – ha concluso Trojano – resta quella che gli asili nido erano chiusi e oggi abbiamo strutture aperte undici mesi all’anno che continuano a offrire a prezzi concorrenziali servizi di altissima qualità e pasti caldi realizzati nelle cucine di cui sono dotati».