Lo sfratto c’è stato. Il contratto è stato firmato. I lavori di ristrutturazione e adeguamento sono già iniziati e procedono spediti. Il doppio turno è già stato attivato nella sede attuale in cui opera l’ufficio postale “Catania 11” di via Pietra dell’Ova. Nel prossimo futuro, sempre ammesso che non siano già stati firmati, si procederà all’assunzione di nuovi lavoratori per fronteggiare il maggior numero di sportelli previsto nella nuova e ampia sede – circa 200 metri quadrati! – di piazza Tivoli, che rischia di fare concorrenza a quello di Catania centrale, e in più verrà aggiunto un vicedirettore che affiancherà il direttore, anzi la direttrice, attuale. Più ampie le possibilità di parcheggio e quasi sicuramente anche i livelli di sicurezza del nuovo “Catania 11” che sempre Catania avrà nella denominazione pur trovandosi nel territorio di Tremestieri Etneo.
Stiamo parlando della querelle tra gli abitanti di Canalicchio e Poste Italiane, che da settimane ormai fa parlare di sé, e dell’incontro che c’è stato – finalmente – stamattina in Prefettura. E questa volta c’erano tutti: quattro per Poste Italiane di cui non sappiamo i nomi visto che la riunione non era aperta alla stampa (e loro non erano autorizzati a rilasciare dichiarazioni), Politano per il Comune di Catania, Giovanni Saguto presidente Ascom Confcommercio e Agostino Trovato membro di giunta Confcommercio e primo firmatario della petizione presentata al Prefetto. Oltre ovviamente la dott.ssa Cettina Pennisi nominata proprio dal Prefetto per indire e seguire l’incontro.
Dal breve riassunto iniziale sembra tutto perfetto, ma il sembra è doveroso perché saranno i vecchietti che popolano il quartiere e i commercianti di Canalicchio quelli che subiranno i disagi. Ed è proprio su questo aspetto che puntano il dito Saguto e Trovato: “L’eliminazione di un servizio sociale essenziale per il territorio di cui Poste Italiane si è sempre vantata quale fiore all’occhiello della sua capillarità”.
Non va dimenticato però che Poste Italiane è parte offesa in questa vicenda. Offesa dallo sfratto esecutivo ricevuto dal proprietario dell’immobile che non solo ha rinunciato a una locazione “sicura” di duemila e passa euro al mese ma ha pure taciuto, se non alterato, lo stato dei fatti a vecchietti e commercianti che chiedevano notizie. Sfratto che è in essere da febbraio, fatta salva la “proroga di sei mesi chiesta a luglio da Poste Italiane – ci dice Saguto – e concessa dal proprietario a 2.800 euro al mese. Noi adesso intendiamo fare una mobilitazione per chiedere di mantenere lo status quo e se non va bene quella sede, se ne cerchi una adeguata”.
Un incontro utilissimo quello di stamattina che ha permesso innanzitutto di “fare chiarezza sulla questione. Abbiamo capito – ha affermato Trovato – qual è l’obiettivo economico di Poste, cioè la volontà di trasferirsi. Per quanto il direttore di filiare abbia dichiarato che per loro è un trasferimento e che sono stati costretti dagli eventi. Ma noi siamo convinti che dopo 40 anni Poste debba mantenere un presidio sul territorio. E visto che il socio di maggioranza è il ministero dell’Economia la loro è una struttura pubblica. Faremo in modo di organizzare delle manifestazioni per sollecitare questa problematiche all’esterno.
“La terza nota positiva dell’incontro – ha aggiunto Trovato – è stata quella di mettere in luce l’attività del Consiglio di quartiere. Per l’esattezza Poste ci ha dichiarato che il presidente della municipalità, Li Causi, era stato avvisato e si era dimostrato entusiasta di questo nuovo ufficio che ha trovato bello e funzionale senza considerare che avrebbe privato una parte della sua municipalità – 7.000 residenti – di un servizio essenziale. Anche se oggi Politano ha dichiarato che è interesse del comune che l’ufficio rimanga dov’è.
Se il proprietario dell’immobile avesse parlato per tempo, si sarebbe potuto fare qualcosa…
“Sicuramente sì. Se è vero – continua Trovato – che la decisione di Tivoli dipende dal non aver trovato altre botteghe in zona. Anche se a noi rimane il dubbio che la nuova location fatta da freddi calcoli statistici è ben diversa da un calcolo fatto sul territorio ascoltando gli umori dei residenti”.
Umori che non sono indifferenti alla Prefettura.
Nell’incontro di oggi non è mancata la chiarezza anche se tutte le cose emerse, se non il quantum della pigione, sono state oggetto di ogni articolo pubblicato in queste settimane sull’ufficio postale “Catania 11”. Ed ecco perché riproponiamo all’amministrazione di Catania e, se del caso, anche a quella di Tremestieri, un’idea che potrebbe diventare progetto: studiare e potenziare collegamenti di trasporto pubblico funzionanti ed efficienti che colleghino le due zone in modo da limitare i danni. E a quel punto chiedere a Poste di “dedicare in modo privileggiato” uno o più sportelli all’utenza di Canalicchio. Anche in funzione degli orari delle corse.
Noi questa domanda a Poste l’abbiamo già fatta il 5 giugno 2014.
Monica Adorno