Catania ha reso omaggio al Domenico Modugno “siciliano” con “Malarazza”, spettacolo inserito nell’ambito dell’Estate catanese andato di scena martedì scorso nella Corte “Mariella Lo Giudice” del Cortile Platamone.
Domenico Modugno si finse siciliano, immedesimandosi a tal punto da diventarlo davvero. Ed è proprio questo che “Malarazza”, dal titolo di uno dei capolavori del “cantattore”, ha confermato grazie alla bravura, al talento e all’estro di tre cantautori isolani del calibro di Mario Incudine, Kaballà, Tony Canto.
Un viaggio inedito e affascinante attraverso tutto il variegato repertorio in dialetto siciliano di Modugno: una reinterpretazione dei brani più rappresentativi e popolari (da “Malarazza” a “U pisci spada”, da “Amara terra mia” a “La donna riccia”), ma anche di quelli più di ricerca e meno noti.
Bravissimi i tre musicisti siciliani, per la prima volta insieme, molto diversi tra loro per storia artistica e caratteristiche vocali, ma uniti in questo originale progetto dall’amore per l’Isola e dalla comune forza interpretativa. Nell’esibizione dal vivo sono stati accompagnati da Antonio Vasta (fisarmonica, organetto e zampogna a paru), Antonio Putzu (fiati), Pino Ricosta (basso), Manfredi Tumminello (chitarra acustica), Salvo Compagno (percussioni).
La leggenda del Modugno “siciliano” nasce nel momento in cui il dialetto salentino delle sue canzoni (eravamo nel 1953) venne scambiato per quello dell’isola a causa della fortissima somiglianza tra i due vernacoli. Per ragioni commerciali, forse imposte dalla Rai e dalla casa discografica, Modugno per qualche tempo dichiarerà di essere effettivamente siciliano, cosa che gli procurerà l’astio dei suoi compaesani di San Pietro Vernotico in provincia di Lecce. La “riappacificazione” avverrà solo nel 1993 quando nel suo ultimo grande concerto, nella sua città di Nascita, Polignano a Mare, Modugno si scuserà di essersi dichiarato siciliano.
Ciò non toglie che la sua produzione “isolana” fu veramente eccezionale sancita dall’album “Modugno siciliano” pubblicato nel 1963. Ed è proprio sulla base di quella musica che gli spettatori del Cortile Platamone hanno potuto trascorrere una splendida serata di musica.