Che confusione nella politica regionale. Un agosto così bollente in Sicilia non si ricordava da anni. L’Ars ha finalmente approvato la manovra ter ma le questioni non sono finite. Anzi, adesso sembrano ingigantirsi proprio per le modalità con cui essa è stata approvata.
Rende chiaramente l’idea di come stanno le cose il capogruppo del Ncd all’Ars, Nino D’Asero: «Siamo a mare – ha detto – e c’è chi cerca di aprire una falla nella barca. Bene reperire soldi per le spese correnti, può essere un bene allargare i benefici previsti per le vittime di mafia ai testimoni di giustizia, malissimo è prevedere il recupero delle somme occorrenti alle bisogne del momento decurtando investimenti proiettati nel futuro della Sicilia. Una per tutte: è inconcepibile tagliare 25milioni all’Ircac con leggerezza. Come si può pensare a un futuro di entrate nelle casse regionali se saranno le imprese, specialmente le piccole e le medie, a essere penalizzate? Se un’impresa, privata dei giusti sostegni, non produce e non guadagna come potrà mai pagare le tasse? Come si può rischiare di perdere 180milioni di fondi Cipe unicamente per duelli interni alla maggioranza?.
«Cerchiamo di aprire gli occhi e di smetterla di navigare a vista – ha aggiunto D’Asero -; per scansare uno scoglio, rischiamo di spaccare la carena della nave Sicilia su un iceberg sommerso: occorre istituire immediatamente un tavolo delle riforme, per superare emergenze e improvvisazioni, quindi per affrontare il problema lavoro, quello degli investimenti nell’imprenditorialità, nel turismo, nell’agricoltura e snellimento della burocrazia. Quando sarà fatta una finanziaria che sappia realmente coniugare l’annullamento degli sprechi alla fruibilità del bene comune, direttamente legata ai servizi resi al cittadino, a cominciare dalla piccola e media imprenditoria anche artigianale?».
Scontri all’interno della maggioranza che non si sopiscono e che invece tendono ad acuirsi. Come quello, ad esempio, tra il presidente Rosario Crocetta e l’Udc di Gianpiero D’Alia che ha definito la manovra «pietosa». Apriti cielo, Crocetta si scatena. «Nessuno si illuda che mi farà fuori facilmente, politicamente parlando – ha subito replicato -. Per il resto sono abituato psicologicamente a vivere con l’idea che la nostra vita non è infinita. Chi ha perduto le elezioni accetti la sconfitta e rispetti le istituzioni in carica. Chi vuole stare nella maggioranza si comporti da maggioranza e non dia nel cretino a nessuno perché tale offesa la rispediamo al mittente, perché solo un cretino non capisce che agli scandali Nomura dei governi passati, nelle prossime settimane ne seguiranno tanti altri e l’emersione di tali scandali non è solo merito della magistratura ma anche del contributo di denunce circostanziate di un governo che ormai ha le idee molto chiare sui coinvolgimenti che ci sono stati. Non vorrei che il senso di responsabilità venisse scambiato per imbecillità, sappiamo e agiamo. Quale norma costituzionale avremmo violato per lo scioglimento? Nessuna. Allora si stia zitti e si rispettino istituzioni. Perché ciò che sento dire in questi giorni ha il sapore di coloro che vogliono difendere vecchi privilegi. L’Udc fa parte del governo, ha assessori in carica che hanno elaborato la manovra, ne hanno discusso per un mese. Non ci può essere improvvisamente un exploit critico subito dopo l’approvazione. Chi sta in maggioranza interviene prima. Se poi si vuole fare politica dei doppi forni, governare e fare opposizione, si sappia con chiarezza che io lo ritengo un gioco sleale e chi non ci sta prenda le conseguenti decisioni. Ma non si parli di commissariamento perché se ancora si continuerà a farlo, farò un esposto alla Procura della Repubblica per tentativo di attentato alla Costituzione».
Inoltre, in questi giorni, il segretario regionale del Pd Fausto Raciti si confronterà con la segreteria nazionale e poi tornerà ad insistere con Crocetta affinché si metta in atto un rimpasto di giunta. Una richiesta, ormai, vecchia di mesi.