Il Comitato Cittadino “Porto Del Sole” ha recentemente inviato una lettera aperta al Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Maurizio Lupi, e “per opportuna conoscenza” al sindaco di Catania Enzo Bianco, con la proposta di affidare la gestione del Porto direttamente al Comune.
L’incipit della missiva sono i complimenti al Ministro per «avere vietato la assegnazione di pubbliche funzioni a soggetti in quiescenza, per come pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.190 del 18 agosto 2014».
«Finalmente – si legge – una parte del pesante sperpero di pubblico danaro causato da tanti enti occupati da apparati politici finora ingiustamente privilegiati, viene rimosso prima che accada il peggio per i troppi cittadini oggi alla fame».
Il Comitato, in particolare, ha apprezzato la volontà politica del Ministro di dimezzare gli eccessivi 24 enti autonomi di gestione portuale, istituiti negli anni ’90 ma allo stesso tempo precisa che l’accorpamento risulterebbe «più dannoso che utile se eseguito fra porti che non abbiano analoga strutturazione e una specifica predisposizione per lo sviluppo mercantile, sotto pena di gravare lo Stato con pesanti costi di ristrutturazioni per nuove inefficienze di servizio».
Secondo il Comitato, è questo il caso del porto di Catania all’ultimo posto dei suddetti 24 porti nazionali gestiti da Autorità Portuali. «Rilevamenti che dimostrano inoltre la necessità di sopprimere tale ente e di non accorparlo ad altri porti efficienti, alla vicina Augusta come nel caso, mantenendone di fatto inutilmente i costi di entrambi gli enti».
Il porto di Catania, molti vicino ai monumenti del centro storico secondo il Comitato «ha subìto due gestioni succedutesi incapaci, non solo di attrarre, ma perfino di mantenere al centro del Mediterraneo croceristi e diportisti venuti da tutto il mondo con la loro valuta estera oggi preziosa più che mai non solo per Catania ma per tutta la fascia orientale della nostra Sicilia».
L’invito che il Comitato fa al Ministro è dunque quello di affidare i porti che non hanno né valenza né vocazione commerciale, quello di Catania compreso, alla gestione dei comuni «ed incamerare così nelle casse comunali, grazie ad attività sostenibili quali crocieristiche, diportistiche e turistiche, le rilevanti somme di valuta estera che facciano piangere meno i tartassati cittadini Italiani».