Si chiama Adrano Cult 2014 la rassegna estiva organizzata dai membri dell’associazione La Locomotiva che ha vivacizzato le serate adranite tra i mesi di luglio e agosto all’insegna della cultura e dello spettacolo. In cartellone due appuntamenti teatrali, novità di questa terza edizione, e tanta musica, dal rock al jazz, dall’elettronica al folk al cantautorato.
Il penultimo appuntamento della rassegna, ha portato sul palco Simona Norato e i Black eyed dog, due delle più promettenti realtà della scena musicale indipendente siciliana. Ad esibirsi prima è la Norato, cantautrice palermitana non proprio esordiente, già nota per la sua partecipazione a band come Iotatola e Dimartino, e pronta a spiccare il volo come solista, il cui disco d’esordio è previsto per quest’autunno. Molti dei brani presentati sono ancora inediti ma riescono comunque a centrare nel segno: quello che la Norato propone è un mix micidiale di pop, cantautorato, rock, elettronica, suggestioni anni Ottanta e molto altro ancora, il tutto interpretato con anima viscerale, teatralità e una grandissima presenza scenica. Tra un brano e l’altro la cantautrice narra, ironizza, elabora suggestioni poetiche seducendo il numeroso pubblico seduto sulla scalinata di Piazza Mercato.
Cambio radicale di atmosfere con i Black eyed dog, trio varesino-catanese che accende subito la miccia a una miscela esplosiva di rock, blues e psichedelia mozzafiato. Ciò che fa la forza del gruppo è sicuramente il poderoso intreccio vocale di Fabio Parrinello e Anna Balestrieri, entrambi muniti di chitarre elettriche da cui sparano come mitra un inarrestabile susseguirsi di taglienti e acidissimi riff. A fare da contraltare ritmico pensa Alessandro Falzone alla batteria, che pesta duro senza troppi complimenti. Rabbia, grinta e carisma sono i tre ingredienti che fanno dei Black eyed dog un trio imperdibile.
La serata si conferma dunque un successo per affluenza di pubblico e ottima qualità della proposta. E La Locomotiva va davvero come un treno.
Ottimi consensi anche per l’ultima serata della rassegna che ha chiuso il sipario con i Maybe I’m e i Malibran.
Marco Salanitri