Edoardo De Angelis ha scelto la città di Catania per presentare “Perez” il suo l’ultimo film. Il lungometraggio, che uscirà nelle sale il 2 ottobre, vede Luca Zingaretti nel ruolo del protagonista. “Perez.” è stato presentato in esclusiva all’interno del Trailers Film Fest di Catania che quest’anno è giunto alla sua dodicesima edizione. Zingaretti, conosciuto dal grande pubblico per il commissario Montalbano, ha incontrato giornalisti e studenti universitari presso i Benedettini di Catania.
Quello che abbiamo incontrato a Catania, però, è stato un Luca Zingaretti lontano e diverso da quello “televisivo”. Scontroso e infastidito della realtà che lo circondava. Una realtà che da settimane freme per le sorti del commissario più amato del piccolo schermo, “Montalbano”, ma soprattutto per le sorti del set che verrà prediletto tra quello classico siciliano e quello pugliese, “sbandierato” come prossimo futuro, non si sa bene per quali motivi… «Non voglio parlare di Montalbano – ha replicato Zingaretti –. Sono qui per presentare il mio nuovo film». Questa non fu domanda che ebbe una risposta, le altre, in qualche modo opinabile, sì. Eccole.
Cosa le ha lasciato dentro l’interpretazione di Perez?
“Da spettatore sono sempre stato affascinato a quei personaggi che pur cadendo riuscivano sempre a rimettersi in piedi. Sono sempre state storie che mi hanno commosso. In questo caso quest’uomo deve rifare i conti con tutto quello che aveva lasciato aperto”.
Nel film la sua vita cambia a causa della camorra. Come si spiega il successo televisivo di fiction che trattano questi temi. A seguirli sempre di più un pubblico giovanile.
“Io non direi questo, ma il contrario. Le uniche cose che si fanno in televisione sono queste e la gente è obbligata a vederle. Non è vero quello che dici. Se guardi tutte le grande produzioni americane non parlano per niente di malavita”.
Perché allora fiction come “Il capo dei Capi” o “Squadra Antimafia” hanno un così notevole seguito?
“Ma dove vive? Perché lo chiedi a me, non lo sai? Fai il giornalista? Secondo me non è così. Sveglia! La guerra è finita”. Risposte senza senso che purtroppo fanno a pugni con qualunque telegiornale…
Lei è stato protagonista al cinema, in televisione e al teatro. Qual è l’ambiente che preferisce?
“Per un attore il vero lusso è quello di poter cambiare personaggio, di poter cambiare genere, di poter cambiare ruolo. Io nasco come attore teatrale, poi al cinema e alla televisione. Sono generi diversi che se si riescono ad alternare danno un grande godimento personale ed una grande soddisfazione”.
In quanto tempo nasce un personaggio. Quanto lo studia?
“Dipende, più tempo c’è e meglio è. Per questioni economiche i film devo partire subito. Ci vogliono, però 2 o 3 mesi”.
Alla fine della presentazione del suo ultimo film, qualcuno – ironicamente – si è chiesto come mai Zingaretti non sia stato invitato al matrimonio di George Clooney.
Simone Russo