«La politica dei tagli alle attività teatrali operata dalla Regione Siciliana, l’incertezza rispetto ai tempi di erogazione dei contributi assegnati, così come l’incapacità di sciogliere alcuni nodi che ne impediscono il corretto e pieno funzionamento, sta mettendo a repentaglio la sopravvivenza del Teatro Massimo “Vincenzo Bellini». Lo scrivono in una nota i rappresentanti sindacali di Slc Cgil Davide Foti, Fistel Cisl Antonio D’Amico, Uilcom Uil Giovanni Nicotra, Fials Aldo Ferrente, Libersind Salvatore Todaro, Ugl Massimo Ruta.
«Gli stanziamenti previsti per il “Bellini” dalla Regione – continuano i sindacati -, sono infatti appena sufficienti al pagamento delle retribuzioni dei dipendenti con grave pregiudizio della normale programmazione/gestione delle attività artistiche che comunque viene messa a rischio a causa della mancata soluzione di alcuni impedimenti ereditati da una delle recenti gestioni commissariali. Gestioni che, interpretando in maniera rigidamente burocratica e restrittiva il proprio ruolo, hanno reso complesso il reintegro delle figure professionali, artistiche e tecniche, necessarie alla normale attività».
«Bisogna mettere in condizione il nostro Teatro di poter finalmente rilanciare le proprie attività e per farlo bisogna avviare un confronto con i sindacati rispetto alle soluzioni realmente praticabili per la piena occupazione dei lavoratori precari del bacino artistico, di quello tecnico e di quello amministrativo».
«Non è più il tempo delle pacche sulle spalle che spesso, alla fine dei conti, si risolvono con lo scaricabarile delle responsabilità – si legge ancora nella nota -. Inoltre, i recenti successi artistici che ha riscosso il Bellini nel corso della tournée in Cina e la magnifica Boheme al Teatro Grande di Pompei con la quale, sotto l’Alto Patrocinio del MIBAC e della Presidenza della Repubblica, il nostro gioiello artistico è stato chiamato ad inaugurare la prima edizione del Pompei Festival, con la riapertura, alla grande lirica degli storici scavi, nonché la scenografica Aida al Teatro Greco di Siracusa, confermano tutto il valore di una prestigiosa istituzione culturale che non merita, a causa di una sonnolenta gestione, di rimanere inattiva per lunghi periodi di tempo e in ogni caso l’attività dell’Ente non può risolversi nella sola esibizione esterna».
«I lavoratori e le masse artistiche del Bellini chiedono di poter essere messi nelle condizioni di lavorare e produrre proprio all’interno del Massimo Teatro, consapevoli che l’istituzione non può svilita al ruolo di merce a disposizione dei diversi, spesso folkloristici, impresari di turno. Si chiede quindi a viva voce alle istituzione di scongiurare il vuoto di produzione che determina il mancato utilizzo delle maestranze, accolgano in fretta questo grido di allarme, una prestigiosa e centenaria realtà artistica come l’Ente Regionale Teatro Massimo Bellini non può e non deve morire per disinteresse pubblico o per incuria gestionale; sarebbe un delitto imperdonabile, e i catanesi, il mondo culturale non lo dimenticherebbe mai».
«Per quanto riguarda infine la condizione amministrativa dell’Ente – concludono i sindacati -, con un organico di impiegati e funzionari ormai decimato, la nostra organizzazione ritiene indispensabile che si approntino tutti i mezzi tecnici e di supporto affinché vengano definitivamente approntati ed approvati il bilancio consuntivo 2013 e quello preventivo 2014 ed anche in questo caso bisogna fare in fretta perché altrimenti si rischia la paralisi dell’ente».