Sono 47 i lavoratori dell’agenzia di recapito Palma che sono stati licenziati in tronco (la decorrenza è immediata e sarà valida dal 7 ottobre (oggi) e si ritroveranno senza un lavoro. Molti di loro sono 50enni e le famiglie – la maggior parte della quali monoreddito – sono già cadute in una profonda disperazione per la carenza, ormai atavica, di lavoro nella città del liotro. Non più tardi di ieri sono tornati a protestare i lavoratori ex Aligrup ancora in attesa delle loro spettanze e gli edili che denunciano un blocco totale del settore).
I 47 addetti di servizi postali hanno perso il lavoro, poiché Poste Italiane ha internalizzato il servizio di raccomandate che sin dal 2000 era stato affidato alla Palma srl, uno dei più importanti partner di Poste italiane in questo servizio. Ecco perché l’ag. Palma ha avviato una procedura di mobilità per il licenziamento collettivo e chiusura attività.
“Ci sembra inverosimile, che in un momento così delicato per il nostro mercato del lavoro, la prima azienda italiana non riesca da un lato a garantire un servizio adeguato ai clienti/cittadini e dall’altro crei ricadute occupazionali che difficilmente eviteranno la disoccupazione e relativa esclusione sociale ai lavoratori – dichiara Davide Foti, segretario generale della SLC CGIL Catania – dal 2001 nel settore dei recapiti privati postali si verificano pratiche particolarmente lesive sia per l’impresa, ma soprattutto per i lavoratori. I bandi di gara di Poste italiane rasentano un moderno ‘schiavismo’: per soli 0.98 centesimi di euro vengono recapitate le raccomandate che vengono pagate dai clienti con cifre che vanno dai 3.50 euro a 13.50 euro”.
Un nuovo grido d’allarme, dunque, per una situazione lavorativa che rischia di diventare insostenibile di fronte a una preoccupante “latitanza delle istituzioni”, che non sembrano in grado di garantire tutela e occupazione.
Giovanni Pistorio, componente della segreteria provinciale CGIL, ha aggiunto: “è necessario che in questo settore venga sostenuta la buona occupazione e con essa la piccola e media impresa che in tale settore ha formato il proprio personale. Altrimenti, con la piena liberalizzazione e con l’avvento delle multinazionali straniere, in assenza di regole, rischia di alimentarsi la catena del subappalto dietro cui potrebbero celarsi strani interessi”.
Sulla questione – chiedendo una piena assunzione di responsabilità – sono intervenute anche le parlamentari democratiche Luisa Albanella, Camera dei Deputati e Concetta Raia, Ars, entrambe firmatarie di due distinte interrogazioni presentate rispettivamente in Commissione Lavoro, di cui la deputata Albanella è componente, sia all’assessore regionale al Lavoro del governo Siciliano.
“È l’ennesimo gravissimo fatto che si registra in una città dove non si riesce a fermare l’emorragia occupazionale – hanno dichiarato – dove la disperazione dilaga e diventa complice di gesti estremi e dove si continua a morire per uno stipendio che non c’è. Non esiste settore lavorativo in cui giovani o over 50 possano trovare un angolo di ossigeno”.
La lettera di licenziamento è arrivata ai 47 lavoratori dell’agenzia Palma Srl di Catania lo scorso 30 settembre dopo quattordici anni di attività svolta quasi esclusivamente per conto di Poste Italiane. Gli occupati con contratto a tempo indeterminato, dal 2000 hanno svolto per conto delle Poste Italiane SpA il servizio di distribuzione di invii raccomandati e corrispondenza ordinaria, distribuendo mediamente circa 6 mila invii raccomandati al giorno. Il contratto con Poste Italiane ha finora rappresentato la quota ampiamente prevalente delle commesse di lavoro (pari a circa il 96 per cento dell’attività complessiva), tuttavia, tale contratto di affidamento è scaduto proprio il 30 settembre 2014.
I sindacati e le due parlamentari chiederanno a Poste Italiane di “garantire il lavoro, anche al proprio interno a tutti i 47 lavoratori soprattutto in considerazione che la stessa società ha dichiarato di dover assumere 67 nuovi portalettere in Sicilia molti dei quali a Catania” e alle istituzioni nazionali e regionali di avviare una trattativa più generale per il settore.
MaTo