Solo un rigore, per altro concesso dopo l’ennesima ingenuità del portiere rossoazzurro Alberto Frison, ha negato la possibilità al Catania di tornare dal Partenio di Avellino con almeno un punto. Gli etnei non hanno demeritato nonostante la sconfitta per 1-0 e per la prima volta anzi, hanno mostrato una reazione che indica che qualcosa sta cambiando. Che le due vittorie casalinghe consecutive avessero fatto tornare il sorriso ai tifosi è cosa nota, ma certo nessuno aveva pensato che il Catania avesse cancellato con un colpo di spugna tutti i problemi di questo inizio di stagione.
L’analisi lucida di fine gara dell’allenatore Giuseppe Sannino, fotografa alla perfezione il momento del convalescente Catania, che sembrava essere guarito, ma che per usare sempre la metafora medica tanto cara al tecnico etneo, ha avuto una ricaduta.
“La nostra è una squadra che non si può permettere il lusso di amministrare, paghiamo il fatto di non riuscire a essere cattivi in campo – ha dichiarato l’allenatore – Abbiamo fatto noi la partita, giocando con un buon possesso palla e nel secondo tempo non siamo mai usciti dalla loro metà campo, ma dobbiamo alzare l’asticella dell’attenzione. Tutti pensano che il Catania, debba vincere il campionato, io invece dico che la squadra deve solo pensare a lavorare e giocare”.
Buoni spunti tecnici sono arrivati dall’esterno Fabian Monzon, molto criticato in questo inizio di campionato, che tuttavia proprio ieri ha giocato con un altro passo, mentre troppo sterile è apparso l’attacco con un evanescente Leto, che ha fatto rimpiangere l’assente Rosina. E purtroppo l’infermeria continua a riempirsi: Martinho e Peruzzi, usciti doloranti dal match di Avellino, tengono in apprensione lo staff medico, che domani approfondirà con esami strumentali le loro condizioni.
MaTo