A leggere quello che si sta scrivendo un po’ ovunque c’è da registrare a Catania un vero e proprio “cupio dissolvi”, estraneo alla nostra cultura e che appartiene invece a un passato che si sperava essere ormai alle spalle. Significativa in questo senso la lettera “disperata” scritta da un gestore di un locale, prontamente piazzata in prima pagina da un quotidiano locale, e la immediata smentita ad arte di uno dei proprietari del medesimo locale che, pur ammettendo le tante e forse troppe difficoltà, ha deciso di non mollare. Il giusto atteggiamento per combattere le tante omissioni e manchevolezze del passato. Bisogna impegnarsi per eliminare ogni residuo di questa mentalità negativa affinché a prevalere siano l’impegno e la voglia di conseguire risultati positivi.
Purtroppo sono anni ormai che si pone la sicurezza del centro storico della città, specialmente nelle ore notturne. Negli anni successi alla cosiddetta “Primavera di Catania”, tra il 1993 e il 1999, è avvenuta una graduale degenerazione della situazione. Al punto che appena due anni fa lo stesso Bianco, allora sindaco Raffaele Stancanelli, aveva lanciato l’allarme: «Il centro storico, il cuore della movida catanese rischia di diventare un inferno se non si interviene subito. Oggi è il simbolo di come questa città non sia amministrata, di come si sia in mano “a nuddu”. Il sindaco si svegli, faccia tutto quanto in suo potere per garantire condizioni di vivibilità, si ascoltino residenti e commercianti per trovare soluzioni condivise, si garantisca la sicurezza, la pulizia, il rispetto della legalità per evitare di disperdere un patrimonio della città. «Se non si interviene subito, la straordinaria esperienza della movida rischia di trasformarsi in un girone dantesco». Inutile dire che non si intervenne.
Il problema era già pressante nel 2007, quando si diceva: «Non è più tollerabile che nella nostra meravigliosa Catania, straordinario modello di inestimabile patrimonio architettonico e monumentale, si continuino a registrare scellerate e gravissime offese alla cittadinanza, perpetrate impunemente da parte di pochi incivili e balordi. È un duro colpo al cuore passeggiare per il rinnovato ed invidiato centro storico della nostra città e vedere imbrattati i muri delle chiese, delle strade e dei palazzi, da chi pensa che agire in questo modo sia sinonimo di “spirtizza” o di “moderna libertà di espressione”»
E ancora, prima, il 3 agosto 2004 l’allora presidente della VI Commissione consiliare “Commercio e attività produttive” Gianni Vasta interveniva sull’aggressione a un Vigile Urbano: «Purtroppo si è trattata di un’aggressione annunciata. Un fatto grave ma che poteva esserlo ancora di più. È da tempo, infatti, che sottolineo e richiedo che venga istituito un adeguato servizio di controllo nel centro storico». Vasta, infatti, presentò, il 22 maggio 2001 un’interrogazione sull’argomento: “Considerato che nel centro storico nelle giornate prefestive si sente il bisogno di un maggiore controllo da parte delle Forze dell’ordine per scoraggiare i malintenzionati in maniera che i commercianti, i cittadini ed i turisti possano stare più tranquilli, chiedo dunque all’amministrazione comunale che vengano istituiti dei servizi di controllo e di vigilanza da parte delle Forze dell’ordine (Carabinieri, Polizia e Vigili Urbani) per effettuare un maggiore controllo in quelle zone. In questo modo inoltre, si potrebbe prolungare l’orario di chiusura dei negozi”.
La questione ebbe persino una forte eco a livello nazionale, quando nel 2006 Michele Cucuzza (che poi venne chiamato dal sindaco Stancanelli a far parte di quegli Stati Generali della Città che ancora oggi nessuno ha capito a cosa servissero) ne fece l’argomento principale della trasmissione all’epoca da lui condotta su Rai Uno (“La Vita in diretta”, puntata di venerdì 1 dicembre 2006) mostrando «un centro storico caotico, invivibile, denso di microcriminalità, spaccio di stupefacenti, commercianti sull’orlo della disperazione, ecc…», come scrisse uno spettatore.
Adesso bisogna porre rimedio a tutti questi anni di abbandono e di indifferenza. Per il centro storico come per tantissime altre cose di Catania. I controlli sono cominciati, forse sono solo continuati, probabilmente si intensificheranno ma se l’inciviltà e la maleducazione continuano a prevalere sarà tutto inutile. Eppure inciviltà e maleducazione si dovrebbero poter correggere. Con fermezza e controlli.