Catania – I 28 giorni necessari a far asciugare e consolidare le “scarpatine” della bretella di via Petraro sono già passati da giorni, quindi tutto è pronto per dichiarare ultimati i lavori di via Petraro e aprire anche la bretella di collegamento tra via Passo Gravina e via Del Bosco annunciata il 19 agosto dal comune di Catania. Eppure qualcosa ci dice che questa bretella non verrà aperta. Nonostante le polemiche suscitate dall’intervista all’ing. Mirone, la replica di Marco Consoli e le rassicurazioni dell’ing. Condorelli la bretella chiusa è e chiusa rimarrà. O potrebbe rimanere.
I motivi potrebbero essere due. La distanza ridottissima tra l’uscita del torna indietro e l’inizio della bretella che, voci di corridoio, sostengono non idonea né per una strada di “inter quartiere” né davanti a flussi di traffico ridotti. Insomma, per quanto poche dovessero essere le auto che decidessero di immettersi nella bretella, la stretta vicinanza con il torna indietro sarebbe di intralcio e causa di sicuri incidenti. E questo a dispetto delle misure che erano state comunicate poco prima dell’inizio dei lavori e che avevano previsto una distanza di almeno 25 metri, cioè il 35% in meno.
Ove tale distanza non fosse un problema, c’è un altro aspetto che allarma, sempre secondo quelle indiscrete voci di corridoio, un campanellino di sicurezza: la pendenza della bretella che avrebbe potuto e dovuto essere più lunga proseguendo la sua corsa almeno fino all’inizio del marciapiede di via Petraro, evitando così un dislivello che definire antipatico è un eufemismo. Anche alla luce del fatto che da quella bretella dovrebbe passare il Brt.
Nonostante questo, il passaggio del Brt potrebbe non essere un problema. L’assessore Bosco e l’ing. Condorelli avevano già ipotizzato, a inizio settembre, l’inserimento di un semaforo che blocchi il traffico sul torna indietro tutte le volte in cui il bus veloce chiede strada. E i residenti? E chi vuole andare in via Del Bosco senza fare il famoso giro catanese della cozzola? Per loro potrebbe non esserci alcuna soluzione, solo una mano al portafogli per la benzina in più consumata e tanta, tanta pazienza soprattutto nel traffico dell’ora di punta. Con buona pace di tutti i soldi spesi per realizzare torna indietro e bretella.
Del resto non siamo gli unici a porci questi interrogativi, anche il vice direttore di Confcommercio Catania, Francesco Sorbello si fa le stesse domande e precisa che sono stati necessari 10 minuti e 50 secondi per percorrere un tratto di appena un chilometro e 200 metri.
E allora davvero ci chiediamo: un’opera realizzata potrebbe rimanere chiusa e fare solo bella mostra di sé?
Magari queste voci di corridoio potrebbero non dire la verità, non dirla tutta, o infondere dubbi inesistenti. Magari le strade di inter quartiere non sono soggette a regole precise determinate dal Codice della Strada o dal decreto ministeriale del 19.04.2006 sulle “Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle intersezioni stradali” pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 24.07.2006 sotto il numero 170.
Non essendo tecnici saremmo felici di sapere che tavole, progetti, calcoli e flussi di traffico eseguiti per (e non solo) via Petraro sono “a norma” e che quanto realizzato rispecchi l’ordinato.
In attesa di una risposta precisa da parte dell’Amministrazione, siamo in grado di dare noi una risposta certa a quanti, passando da via Passo Gravina, si chiedono chi mai ha aperto un varco nella transenna in plastica arancione. I centauri catanesi – almeno loro – la bretella la usano già. (articolo da LiveSiciliaCatania)
Monica Adorno