Cesare Basile: suggestioni in bilico tra parole e musica

Un appuntamento speciale quello di lunedì 17 novembre al Teatro Odeon a cura dell’Associazione Musicale Etnea. Suggestioni intense sul filo di parole e musica, storie di oppressione e rivoluzione, politica e poesia. Protagonista della serata Cesare Basile, divenuto negli ultimi un vero e proprio punto di riferimento per il fermento culturale catanese attraverso l’attività con L’Arsenale prima e con il Teatro Coppola poi, alle prese con la poesia di Danilo Dolci, celebre poeta, scrittore, educatore, nonché attivista politico d’origine triestina e d’adozione palermitana.
Per l’occasione Basile dona nuova voce alle liriche di Dolci che ritornano in tutto il loro splendido e disperato vigore, suonando ancora attualissime nonostante i 17 anni trascorsi dalla morte del poeta. Emergono così le immagini vivide ed evocative di brani come “Zù Cola”, “Il pianino”, “Io mi sono sognato fuoco pure”, che il cantautore catanese musica magistralmente accompagnato da Massimo Ferrarotto alle percussioni e dalla talentuosa Simona Norato al piano, che omaggia poi la platea di una vibrante interpretazione, voce e piano, di “Questa notte l’amore a Catania” dello stesso Basile.

Ma oltre al reading c’è la musica vera e propria e alle liriche di Dolci Basile alterna alcuni dei suoi pezzi più recenti che gli valsero la vittoria al Tenco 2013 nella sezione per il miglior disco dialettale, premio poi coraggiosamente rifiutato in polemica con certe politiche della Siae.
Arrivano così autentiche perle come “Canzuni addinucchiata”, “Nunzio e la libertà”, ma è l’occasione per sentire anche alcuni promettenti inediti come “Franchina”, “Araziu Stranu” e “Manianti”. Si aggiungono poi alla performance i bei contributi di Marco Sciotto, Anna Bellia e Biagio Guerrera, che recitano in musica alcuni dei migliori pezzi Dolci, tra cui “I vermi” e “La cavalla”.
Chiude le danze la bellissima “Sotto i colpi di mezzi favori”, malinconico fermoimmagine di un paese malato e sofferente, con i “servi chiusi nelle botteghe a forgiare il ricatto delle democrazie”.
Marco Salanitri

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