Quello che è successo a Roma, capitale d’Italia, è un fatto gravissimo. In un momento in cui la politica, attraverso Matteo Renzi, cominciava (forse) a riconquistare un pizzico di credibilità ecco che tutto ritorna nel fango. Entrare nei dettagli della vicenda è complicato, anzi complicatissimo. Quello che tutti capiscono, però, è che ancora una volta furbi, disonesti, ladri, truffatori hanno sottratto denaro agli italiani. E non è difficile arrivare a pensare, e non è neppure sbagliato, che sia stata la politica a consentire tutto ciò. Eppure credevamo che tutto si fosse messo a posto dopo Tangentopoli, con la fine della Prima Repubblica.
Abbiamo ormai capito da tempo che non è così. Lo stesso Giulio Saverio Borrelli ha ammesso: «Dobbiamo chiedere scusa agli italiani. Non valeva la pena buttare via il mondo precedente, per cadere in quello attuale». Eppure, in quegli anni, per un attimo, ci fu la possibilità di salvare quel sistema politico che aveva ricostruito l’Italia dopo il disastro della Seconda Guerra Mondiale.
«Se gran parte di questa materia deve essere considerata puramente criminale, allora gran parte del sistema sarebbe un sistema criminale. Non credo che ci sia nessuno in quest’Aula che possa alzarsi e pronunciare un giuramento in senso contrario a quanto affermo». Disse il segretario del Psi, Bettino Craxi, parlando alla Camera il 3 luglio 1992. Nessuno si alzò.
Seguirono le monetine dell’Hotel Raphael lanciate anche da Gianni Alemanno, con una contestazione che allora parve spontanea ma che invece era stata organizzata. Da allora il mondo della politica italiana è cambiato modificandosi in peggio. Per chi la vuole leggere “male” le tangenti prima erano gestite e controllate dai partiti mentre adesso sono i singoli capetti locali a incassare. Per chi la vuole leggere “bene” il reato fondamentale di quegli anni fu il finanziamento illecito ai partiti, accompagnato dall’evasione fiscale. Qualcosa che adesso è regolata dalla legge e in altri stati, come negli USA, esiste da sempre. Ma quello che è fuor di dubbio è che gli esponenti della Prima Repubblica le mazzette, tranne che in pochi casi, le utilizzavano per fare politica, quelli attuali per farsi le vacanze di lusso e le ville faraoniche. Se lo scopo del reato è diverso lo è pure il peso del reato?
Lasciamo a voi la risposta insieme a una considerazione. La Prima Repubblica era una sorta di primizia, una novità. Gestita male e affondata nel suo stesso sangue. La Seconda Repubblica invece è recidiva, pur sapendo cosa doveva essere condannato ha pensato che cambiando le regole cambiasse anche il risultato. Solo una cosa non è cambiata, lo sdegno degli italiani onesti.
Mat