Ottima partenza per il mercato italiano dell’auto. In gennaio sono state immatricolate 131.385 autovetture con un incremento del 10,91% sullo stesso mese del 2014 e il gruppo FCA fa meglio del mercato (+11,4%) e incrementa la sua quota. Questo risultato avrebbe potuto essere migliore se non si fosse verificata negli ultimi giorni una carenza nella disponibilità di targhe per immatricolare le autovetture. Non vi sono dati per stimare l’impatto di questa situazione sulle immatricolazioni di gennaio, ma questa circostanza va segnalata perché rafforza comunque il segnale positivo che viene dai dati diffusi oggi dalla Motorizzazione civile.
Che il quadro del mercato dell’auto stia evolvendo in positivo emerge anche dall’inchiesta congiunturale condotta dal Centro Studi Promotor sui concessionari a fine gennaio. La quota di operatori che segnala affluenza normale o alta nelle show room sale infatti dal 56% di dicembre al 65% di gennaio, mentre, tra i due mesi, gli operatori che segnalano una raccolta di ordini normale o alta passano dal 43% al 49%. L’87% degli interpellati si attende domanda stabile o in aumento a tre-quattro mesi. Anche l’indicatore del clima di fiducia degli operatori del settore dell’auto, determinato sempre dal Centro Studi Promotor, in gennaio fa registrare una crescita su dicembre di quasi cinque punti portandosi a quota 44,10, un livello che non era stato più toccato dal 2009. L’andamento di questo indicatore è coerente con quelli degli indicatori Istat sulla fiducia di consumatori e imprese. Rispetto a dicembre, in gennaio l’indicatore Istat per i consumatori ha un balzo significativo (da 99,9 a 104,0) e l’indicatore relativo alle imprese pure (da 87,6 a 91,6).
L’andamento della fiducia riflette il mutamento nelle valutazioni delle prospettive dell’economia italiana che si è verificato in gennaio e che trova un supporto nei primi dati statistici positivi sull’economia reale. In particolare a fine gennaio l’Istat ha comunicato che in dicembre il tasso di disoccupazione per la prima volta da molti mesi ha fatto registrare un miglioramento significativo scendendo dal 13,3% di novembre al 12,9. A ciò si aggiunge che la crescita della produzione industriale dello 0,3% in novembre che risulta dall’indice Istat, è proseguita, secondo il Centro Studi di Confindustria, anche in dicembre e gennaio.
«Che lo scenario dell’economia italiana sia cambiato in gennaio – dichiara Gian Primo Quagliano presidente del Centro Studi Promotor – emerge anche dal fatto che il partito della crescita si è visto servire un poker d’assi in parte inatteso, anche se prevedibile, e costituito dal calo dei costi dei carburanti iniziato già nel 2014, dal deprezzamento dell’euro, dall’effetto Draghi (QE e tassi eccezionalmente bassi) e dal risultato elettorale in Grecia che potrebbe indurre a più miti consigli il partito dell’austerity. Non a caso i principali osservatori economici hanno già rivisto al rialzo le previsioni di crescita dell’economia italiana nel 2015. Naturalmente questa situazione si rifletterà anche sugli acquisti di autovetture e potrebbe comportare a breve una revisione al rialzo delle previsioni molto caute per il 2015 formulate nel dicembre scorso».