Settimana dalle emozioni altalenanti per il Catania, che si lecca ancora le ferite per l’ennesima sconfitta fuori casa, e prova a rimanere concentrata su un campionato che rischia di trasformarsi in un altro incubo. Il rischio di precipitare in Lega Pro è molto più che concreto: sono solo 3 i punti di vantaggio dall’ultimo posto e se il campionato finisse oggi, gli etnei sarebbero costretti a giocare gli spareggi per non retrocedere. Forse sarebbe meglio accantonare tutti i sogni di gloria, mettere da parte la parola serie A e pensare concretamente che sia meglio salvarsi in anticipo e senza rischiare di doversi giocare tutto in un match da dentro o fuori nei play out.
L’allenatore
Dario Marcolin è uno che si arrabbia, si sbraccia, urla e non smette mai di dare indicazioni ai suoi. Vuole sempre il massimo, forse anche qualcosa di più e il suo gruppo sembra rispondere al meglio alle richieste, nonostante da Pescara si sia tornati con una sconfitta che fa ancora male per essere maturata nei minuti finali. L’intesa in campo tra gli undici da lui diretti, cresce di giorno in giorno e anche il match dell’Adriatico conferma tutti i progressi delle ultime settimane, anche se, in termini di punti, si è ottenuto nulla. Bisogna aggrapparsi a lui, al suo carattere che in questo momento appare come una delle poche note positive dell’ennesima “stagione no”.
Vietato sbagliare
Domani al Massimino arriva il Frosinone per la ventottesima giornata del campionato cadetto. Alle ore 15:00, inizia un match da dentro o fuori per i rossoazzurri, chiamati all’ennesima prova del nove. In Città, c’è ancora una leggera speranza di poter raggiungere gli spareggi promozione. Ma cose si diceva è necessario cancellare la parola playoff e pensare solo alla salvezza. Col Frosinone bisogna solo vincere, non esiste un risultato alternativo, anche un pareggio potrebbe non bastare nell’economia dell’intero campionato. La situazione oggi è ancora rimediabile, ma il tempo sta per scadere. Quello contro il Frosinone è uno scontro diretto, nel voler essere molto ottimisti, ed è comunque uno di quelli che non ci si può permettere di sbagliare. La sconfitta di Pescara, specialmente per come è arrivata, con un gol da 30 metri a tempo scaduto, non lascia presagire nulla di buono. Per questo domani pomeriggio bisognerà solo vincere senza se e senza ma. Altrimenti sarà il caso di preoccuparsi, e anche molto, per l’esito del campionato. Non è più la stessa rosa dello scorso anno, non giocano più gli stessi undici di inizio stagione, ma qualcosa non quadra ugualmente, la strada è impervia e si continuano a perdere punti fondamentali.
I precedenti
Sette i precedenti al Cibali tra le due formazioni, per gli etnei quattro vittorie, due sconfitte e un solo pareggio. L’ultima volta che le due squadre si sono incontrare a Catania, nella stagione 1998/99 per i rossoazzurri fu vera gloria con una prepotente vittoria per 5-2 con un gol di Luca Lugnan e un indimenticabile poker di Francesco Passiatore. All’andata gli etnei si arreso per 1-0, dopo aver gestito la gara per 82 minuti, arrivò il gol di Paganini che condannò il Catania all’ennesima sconfitta fuori casa.
Almiron dice addio al Catania
La notizia era nell’aria da giorni, ma è stata ufficializzata solo nella tarda serata di lunedì scorso. È arrivato finalmente il divorzio tra Segio Almiron e il Catania, che si sono separati dopo l’ennesima stagione opaca del centrocampista argentino. Una trattativa durata quasi due mesi, che si è conclusa con la risoluzione consensuale del contratto e che è stata ufficializzata con una nota di poche righe diffusa dalla società di via Magenta. I titoli di coda – su una storia che i tifosi e gli addetti ai lavori si aspettavano con una fine decisamente diversa – arrivano dopo 81 presenze in 4 anni e solo 9 gol realizzati.
Antonietta Licciardello