Catania piange uno dei morti della Tunisia. Il ricordo di Orazio Conte dalle parole di un’amica d’infanzia

Orazio Conte

Orazio Conte, una delle vittime del Museo del Bardo

Anche Catania piange le vittime dell’attentato al Museo del Bardo. Oltre ai nomi di Antonella Sesino di Torino, Giuseppina Biella di Meda (Monza Brianza) e Francesco Caldara c’è anche quello di Orazio Conte. Il suo nome ha fatto il giro del web, forse più degli altri, perché lui non voleva andarci in crociera e non voleva neanche scendere dalla nave per fare quella miniescursione. Questo abbiamo letto stamattina tra gli articoli pubblicati dai media nazionali e sul Corriere dove la moglie Carolina sfoga il dolore e una rabbia più che giustificata: «Lui non voleva andare in crociera, non voleva scendere per andare al museo. Mi porterò dietro questo rimorso per sempre…». Ma chi mai potrebbe darle una colpa per aver “costretto” suo marito a fare una vacanza? Chi mai avrebbe potuto immaginare che questa sarebbe stata l’ultima passata con Orazio Conte, suo marito?

Certo la vita è strana, dura. Durissima a volte. Orazio Conte non ne faceva così tante di vacanze, la sua era una vita votata al lavoro più che allo svago. “Quasi uno stacanovista – ci dice una sua amica d’infanzia, Roberta C. – e una persona perbene. Era nato a Catania e siamo cresciuti nello stesso stabile di via Baldissera in un’atmosfera che non era quella tipica del condominio. Era di più, una specie di grande famiglia. I nostri genitori uscivano insieme, noi eravamo piccoli e li seguivamo. La nostra età ci portava a essere più vicini ad Augusto, il fratello, ma entrambi si sono sempre dimostrate persone eccezionali. Mai una parola in più, mai qualcosa di male contro nessuno. Orazio pensava a studiare, aveva una mente brillante e lo dimostrò. Poi partì, trovò il lavoro a Torino, si sposò.

“Era da tanto che non ci vedevamo ma sapevo come stava e cosa faceva grazie ai genitori e ad Augusto. Poi all’improvviso la notizia. Ieri mattina su Facebook. Augusto scriveva che tra le vittime del Museo del Bardo c’era anche Orazio. E io mi sono sentita morire”. Roberta non trattiene le lacrime mentre racconta che la sera prima a Porta a Porta avevano parlato delle vittime ma non avevano fatto i nomi. “Nessuno aveva nominato Orazio Conte di Catania ma di Torino d’adozione. Poi la sua foto in tutti i tg – continua Roberta C. – e un dolore che non diminuisce. Figuriamoci per la moglie e per la sua famiglia”.

Monica Adorno

RIPRODUZIONE RISERVATA

Vuoi lasciare un commento?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *