Dalla A alla Z, ma non necessariamente in quest’ordine. Dopo A come Amicizia con Tuccio Musumeci e Pippo Pattavina, G come Giornalismo con Ferruccio De Bortoli e Nino Milazzo, è ora la volta della lettera D: per parlare della donna, anzi di tutte le donne, delle loro conquiste mai facili, spesso eroiche, sempre sorprendenti. È proseguito così “L’alfabeto della memoria”, il ciclo di incontri ideato proprio dal giornalista Nino Milazzo, presidente del Teatro Stabile di Catania, che organizza e ospita la stimolante iniziativa.
Lunedì pomeriggio è stata la volta di “D come Donna”, dunque. A riflettere e far riflettere sulla condizione femminile è stata la scrittrice Tea Ranno, che ha conversato con la giornalista Rosa Maria Di Natale. Sul palcoscenico del Teatro Musco, la storica sala di via Umberto, sono salite due donne siciliane, pluripremiate nei rispettivi campi professionali, innamorate della cultura e della sua funzione civica e sociale. Sono partite dal loro mondo fatto di letteratura e scrittura per approdare ai sentimenti e ai diritti delle donne. Una storia di lotte, scritta con orgoglio e con gioia, ma anche col sangue, versato ingiustamente a causa delle prevaricazioni che penalizzano il sesso “debole” e dei troppi pregiudizi, ancora duri a morire. Ciò nonostante, le donne vanno avanti, puntando sulla loro innata libertà, sulla loro necessità di rompere gli schemi, pronte a reagire alle discriminazioni fino alle violenze subite, fino ai femminicidi, alla ricerca delle possibili risposte, civiche e culturali, a questa violenza che appare inarrestabile.
Durante l’incontro sono stati letti alcuni brani tratti dall’ultimo libro della Ranno “Viola Foscari”. Nata a Melilli, in provincia di Siracusa, nel 1963, Tea Ranno vive e opera a Roma da oltre vent’anni. Laureata in Giurisprudenza, ha sempre affiancato allo studio del diritto la pratica della scrittura. L’universo femminile è al centro anche dei suoi quattro romanzi: “Cenere” del 2006 e “In una lingua che non so più dire” del 2007 per i tipi E/O. Dopo una lunga pausa sono arrivati La sposa vermiglia (2012) e appunto Viola Fòscari (2014), pubblicati da Mondadori.
La giornalista catanese Rosa Maria Di Natale ha vinto il premio televisivo internazionale Ilaria Alpi nel 2007 con una delle sue videoinchieste autoprodotte. È stata, ed è, docente di Giornalismo e nuovi media alla facoltà di Lingue dell’Università di Catania, oggi dipartimento di Scienze umanistiche.