Il Partito Democratico si è rafforzato in Sicilia, acquistando nuovi e sicuramente convinti adepti nel gruppetto di deputati regionali di Articolo 4. Questo movimento fu fondato da Lino Leanza, che lo ha poi abbandonato nella mani di Luca Sammartino e Valeria Sudano la sua creatura in occasione del “Crocetta ter” e dar vita a “Sicilia Democratica”, con sei su undici dei deputati (in Sicilia si chiamano così) regionali di Articolo 4. I 5 deputati rimasti passano al PD, con la benedizione del sottosegretario Davide Faraone che ebbe a dichiarare «No a un modello chiuso: ci vuole un atteggiamento aperto, senza avere paura. la nostra ambizione deve essere quella di allargare l’orizzonte». Come tutti ben sanno Davide faraone è l’uomo di Matteo Renzi in Sicilia. E Faraone vuole fare il presidente della Regione al posto di Rosario Crocetta e tutti sappiamo che anche Alessandro Baccei, che di Crocetta è assessore al Bilancio, è uomo del premier. Visto che mancano alcune centinaia di euro per chiudere il bilancio della Regione e che la faccenda è nelle mani di Baccei e di Renzi, cosa succederà nei prossimi giorni. La questione sarà risolta oppure i soldi non arriveranno e allora il Governo Nazionale dovrà commissariare l’Isola.
A questo punto quante chance avrebbe Crocetta di restare per molto tempo ancora a Palazzo d’Orleans? Poche perché si andrebbe al voto in tempi rapidi e con la perdurante crisi del centrodestra e la prorompente attuale forza di Renzi il suo delfino siciliano, Davide Faraone, avrebbe via facile per arrivare a Palazzo d’Orleans. In questo modo un personaggio scomodo come Crocetta, non perfettamente in linea con il Pd, sarebbe messo da parte e Renzi potrebbe contare al 100% sull’isola sia per Faraone sia per tutti i centristi che contrasterebbero l’opposizione interna che in Sicilia è abbastanza forte.
Un segnale in questo senso è arrivato dal nuovo gruppo dirigente isolano nominato dal segretario regionale Fausto Raciti. Qualche pasticcio c’è stato e anche se tutto sembra volgere a favore del leader fiorentino e dei suoi uomini, in Sicilia le variabili sono sempre tante. Una è la rinnovata ascesa di Mirello Crisafulli, cosa che potrebbe sembrare periferica e ininfluente ma che non va sottovalutata. Un’altra è che Faraone non è l’unico pretendente alla poltrona di Governatore. Anche se lui smentisce, sono in molti a dire che il segretario regionale del Pd, Fausto Raciti, un pensierino lo stia facendo. In questi giorni, inoltre, ha indicato la composizione della nuova segreteria regionale: Antonio Rubino (organizzazione); Simone Di Stefano (comunicazione), Caterina Altamore (scuola università e ricerca); Domenico Venuti (formazione politica); Maria Giovanna Puglisi (circoli ed eventi PD); Salvatore Gazziano (enti locali); Antonio Ferrante (cultura e turismo); Piero David (politiche di sviluppo e fondi strutturali); Antonino Vullo (ambiente); Francesco Marano (rapporti con governo regionale ed istituzioni locali); Dario Safina (infrastrutture e trasporti); Giovanni Cafeo (lavoro, welfare, immigrazione integrazione e partecipazione). Individuati i primi cinque Dipartimenti tematici: Giustizia, Sanità, Politiche agricole, Diritti Civili, Conferenza programmatica: quest’ultimo Dipartimento sarà guidato da Franco Piro.
«Una gran bella squadra – ha dichiarato Raciti – giovane, motivata, copetente. Per il Pd siciliano è una nuova partenza: abbiamo una storia alle spalle, ma dobbiamo e sappiamo guardare avanti».