Catania – Sembrava una battaglia ormai vinta e conclusa quella contro la norma che avrebbe consentito alle assicurazioni di liquidare i danni in base alla tariffe stabilite dalle officine con loro convenzionate sia che il cliente decida di affidarsi ad esse sia che decida di rivolgersi al proprio carrozziere o a quello ufficiale del marchio della sua vettura. La tesi che fu sostenuta, anche da parte di numerosi parlamentari, è che così non solo venivano lesi i diritti dell’automobilista di ottenere una riparazione a regola d’arte ma anche il rischio concreto della chiusura di oltre 15.000 imprese, con la media di tre lavoratori per ognuna.
A distanza di alcuni mesi il Governo Renzi ha riproposto la norma. Mobilitazione generale e incontro nel Salone delle Adunanze della Camera di commercio di Catania fra le associazioni artigiane etnee e i deputati e i senatori dell’area metropolitana di Catania sul disegno di legge concorrenza e le sue conseguenze sul comparto. “Ddl concorrenza-Rc Auto: Più concorrenza meno costi, le ragioni degli automobilisti e delle imprese” il titolo che gli artigiani hanno voluto dare al momento di riflessione, che ha visto intervenire diversi parlamentari nazionali.
Il segretario provinciale della Cna etnea, Andrea Milazzo, introducendo i lavori, ha spiegato che «la battaglia degli artigiani sul ddl concorrenza è basilare in Italia per la difesa della libertà d’impresa». «Il ddl – ha evidenziato Milazzo – prevedendo degli sconti sulla polizza rca per chi rinuncia al diritto di cessione del credito, determina nei fatti l’obbligo di riparazione presso le officine convenzionate con le compagnie assicurative. La vera riduzione dei costi, quindi, non verrebbe a gravare sulle compagnie, ma sui carrozzieri tutti. Quelli, gli indipendenti, che non lavorerebbero più e quelli, i convenzionati, che sarebbero costretti a tariffe sottocosto, con grave danno per la qualità del servizio e la sicurezza degli automobilisti».
Le conclusioni sono state tratte da Franco Mingozzi, presidente nazionale degli Autoriparatori di Cna, che ha ragionato su come oggi «fra i poteri forti del Paese vi siano proprio le compagnie d’assicurazione, che per prime possono intercettare l’utenza e decidere di fatto quello che il cittadino debba fare». «Le assicurazioni – ha concluso Mingozzi – stanno entrando a gamba tesa nella vita delle aziende, dettando tempi e modalità anche di una riparazione e questo è per noi francamente inaccettabile».
All’incontro erano presenti Antonio Barone, presidente provinciale di Confartigianato Catania, Giuseppe Cascone, presidente regionale di Cna Sicilia, Gaetano Finocchiaro, presidente regionale dei Carrozzieri di Confartigianato Sicilia, Orazio Platania, presidente provinciale di Upla Claai Catania, Sebastiano Molino, presidente provinciale di Upia Casartigiani Catania, e Vito Sauta, presidente regionale degli Autoriparatori di Cna Sicilia.