La stagione dell’A.S.D. Acireale si è conclusa con una gita a Taormina. I granata hanno infatti affrontato l’ultima trasferta dell’anno per poi scoprire che i padroni di casa, ultimi classificati nel torneo di Eccellenza girone B, non si sarebbero nemmeno degnati di presentarsi. L’Acireale ha così suggellato il quinto posto in campionato, conquistando un risultato di difficile lettura, soprattutto dopo quanto è successo nelle ultime settimane. In modo da riuscire a delineare un giudizio più preciso, ci siamo affidati alle parole di Pasquale Leonardo, direttore generale della società.
Direttore, saltiamo i convenevoli per andare dritti al sodo, che stagione è stata la vostra?
La nostra è stata una stagione di luci e ombre. Fino ad un mese e mezzo dalla fine del campionato eravamo pienamente in corsa per raggiungere l’obiettivo dei ‘play off’ e poi ci siamo spenti. Probabilmente è stata decisiva, in senso negativo, la confusione che noi stessi, in società, abbiamo creato.
Si riferisce al ‘caso’ Scuderi e al comunicato stampa che ha invocato a gran voce le sue dimissioni dalla carica di vice-presidente?
Anche, ma non solo. Credo che avremmo dovuto discutere dei nostri problemi in maniera diversa, utilizzando canali diversi. Coinvolgere l’ambiente su una questione così delicata è stato sbagliato. Sono convinto che avremmo potuto gestire meglio il tutto, magari attendendo con maggior pazienza lo sviluppo degli eventi. Dopotutto mancavano solo poche partite al termine.
Quindi la tremenda sconfitta di Giarre è stata frutto di queste dinamiche caotiche? Voi dello staff non vi siete sentiti un po’ traditi dai calciatori più anziani? Oggi li riconfermerebbe?
Non parlerei di tradimento da parte di nessuno. I ragazzi hanno provato sempre a dare tutto ciò che avevano. È chiaro che nessuno si sarebbe aspettato un epilogo del genere, un epilogo che ha deluso i tifosi e, vi assicuro, che nessuno di noi ha ancora digerito quella sconfitta. Siamo stati tutti colpevoli. In secondo luogo, credo sia ancora prematuro parlare di conferme. Nemmeno io so ancora cosa farò l’anno prossimo. Bisogna stendere un piano serio, più solido, perché si lavora meglio al caldo di determinate certezze. In questo caso non mancherei dal dedicarmi completamente alla causa dell’Acireale sportiva, una città che amo profondamente. In caso contrario…
Crede che la presidenza esca rafforzata o indebolita da questa esperienza?
Si potrebbe anche trarre beneficio da un’annata di questo genere. L’esperienza non va mai buttata via, in nessun caso. È necessario che passino prima un paio di settimane. Sentirò il presidente D’Amico e allora potrò comunicare ai tifosi quali saranno le intenzioni della società. Se siamo cresciuti o meno dovranno dirlo i risultati.
Mario Cardone