Domenica 19 a Catania torna il Lungomare Liberato, un appuntamento che ha suscitato – e suscita ancora – tante polemiche. Vuoi perché non si capisce con precisione qual è la data in cui il Lungomare verrà chiuso (solo a marzo la data è stata spostata in tre diverse domeniche e persino un sabato); vuoi perché i commercianti si sentono beffati da una programmazione o da una concertazione che latita, vuoi perché neanche le tante associazioni che partecipano a questa “liberazione” sembrano soddisfatte di come stanno le cose: da chi si è dovuto sbracciare per pulire una parte di litorale che dovrebbe essere di competenza dell’amministrazione, a chi non capisce per quale motivo pedalare è lecito solo una volta al mese (se non piove), ad altri ancora che non capiscono perché devono rimanere intrappolati in un traffico da orario di punta solo perché le due ruote a loro non interessano.
Strano a dirsi c’è pure qualcuno che pensa possibile e plausibile accontentare le esigenze di tutti con alcune (relativamente piccole) trasformazioni che mettano d’accordo tutti, tutti i giorni della settimana. L’avevamo proposto con un articolo pubblicato il 14 ottobre 2014 e lo riproponiamo adesso in coincidenza con la “manifestazione-dibattito” organizzata per domani dall’associazione Salvaiciclisti. Due gli appuntamenti in programma: partenza in bici da piazza Roma a Catania alle 15,45. Tragitto su due ruote lungo Corso Italia e Lungomare di Catania per arrivare in tempo al porto di Aci Castello (alle 17) dove si svolgerà il dibattito con cui Salvaiciclisti e le altre associazioni reclameranno il congiungimento del lungomare di Catania con quello di Aci Castello attraverso una pista ciclabile che i due sindaci, Enzo Bianco e Filippo Drago, avevano promesso mesi fa ma della quale a oggi non si sa nulla. Qualche riga più in basso la lettera integrale che Salvaiciclisti ha inviato agli organi di stampa. Di seguito la proposta di un vero Lungomare Liberato fdalle parole dell’ing. Giacomo Guglielmo, lo stesso che ha realizzato il Brt a Catania. L’unico autobus veloce che, a Catania, funziona e dà profitti nonostante i percorsi cambiati e i tempi di percorrenza aumentati dopo l’abbattimento del Ponte Gioeni.
“Il Lungomare di Catania può essere di tutti – afferma Guglielmo – basta solo copiare quanto già realizzato da città turistiche da sempre e a vocazione mediterranea come la nostra. Pesaro e Rimini tanto per fare un esempio. Città dove il mare c’è ed è vissuto da tutti e dove nessuno si sogna neanche per un secondo di limitarlo. Una decisione che tra l’altro è impossibile applicare a Catania dove il Lungomare rappresenta il normale completamento della Circonvallazione, quindi un’arteria importantissima per le auto. E se chiuderla obiettivamente non si può – ci dice Guglielmo – allora occorre una soluzione diversa. Vanno allargati i marciapiedi per dare più spazio ai pedoni. Subito accanto vanno realizzate due piste ciclabili (per i due sensi di marcia). Le corsie per le auto – in attesa che si completi via A. De Gasperi – diventano due, una per andare e una per tornare. L’ultima parte della carreggiata, la più lontana dal mare, da adibire a posti auto. Tra l’altro – continua Guglielmo – ridurre l’ampiezza delle corsie dedicate alle auto eliminerebbe quelle inversioni a U tanto pericolose. In questo modo anche il passeggio sarebbe più simpatico, più raccolto e più disponibile alla socialità. “È il momento di confrontarsi – conclude Guglielmo – evitando posizioni demagogiche e di chiusura”.
QUESTA LA LETTERA DI SALVAICICLISTI CATANIA – «È ancora vivo il ricordo della pedalata dei due Sindaci Bianco e Drago a favore della realizzazione di una pista ciclabile che, attraverso tutto il litorale si snodava (nell’immaginario collettivo stuzzicato dalle parole di impegno dei due politici) dalla Piazza Europa di Catania al suggestivo Castello di Aci Castello, a beneficio di ciclisti e turisti.
A nulla sono valse le 57 firme di associazioni e comitati cittadini che, in una garbata lettera indirizzata al sindaco Bianco, hanno chiesto di mantenere la parola data. Ma della pista neanche l’ombra. In compenso i cittadini ne parlano. Se ne parla sul web, sui giornali e, addirittura, in ambito anche extraurbano in concomitanza con incontri e manifestazioni che riguardano la mobilità sostenibile e che guardano con attenzione al fenomeno “Lungomare Liberato” di Catania.
Già perché se al Nord la bicicletta la inforcano da tempo immemorabile – e non solo per fare la gita della domenica ma per utilizzarla come mezzo di trasporto urbano – a Catania il fenomeno è del tutto inedito. Sta di fatto che ormai a richiedere più sicurezza e più infrastrutture nelle strade non sono solo i ciclisti ma un numero sempre crescente di cittadini che, approfittando del clima temperato, spesso e volentieri lasciano a casa l’auto e prediligono il mezzo più leggero e meno inquinante per antonomasia. Sarà anche per questo che al momento si assiste ad un gap sgradevole fra domanda ed offerta da parte delle amministrazioni comunali che, forse per mancanza capacità di cogliere le istanze dei cittadini, non riesce a rispondere alla loro crescente domanda di mobilità sostenibile anche con progetti a costi limitati. Appare evidente che chiudere il Lungomare una volta al mese non è che una goccia nell’oceano se si vogliono applicare seriamente modelli di mobilità sostenibile all’altezza di una metropoli tanto più se afflitta da problemi di traffico ed inquinamento gravi come accade per la città di Catania.
Anche l’Università guarda con attenzione il fenomeno. Tanto che qualche giorno fa una giovane ingegnere si è laureata con una tesi che realizza due progetti alternativi di pista ciclabile sul percorso Catania-Acicastello e cita i movimenti di cittadinanza attiva che si battono per l’applicazione di modelli di mobilità riscontrabili in territori assai lontani dal nostro (soprattutto per civiltà e rispetto del territorio). Dunque da qui il passo è stato breve: l’idea è quella di far incontrare le istituzioni, l’università e i cittadini sul tema della pista ciclabile ma più in generale della mobilità sostenibile, in un dibattito che dovrà stabilire se essa sia una possibilità concreta o solo un sogno irrealizzabile, almeno nel breve periodo. Ovviamente il nostro invito è rivolto a tutti catanesi oltre che ai castellesi. Ed è di “partecipare” non solo come atto simbolico di sostegno alla nostra battaglia ma anche perché il tema verrà affrontato, oltre che con la leggerezza suggerita dalla brezza marina del suggestivo porticciolo di Aci Castello, anche con la competenza e cognizione tecnica di studiosi della materia. E non è poco in una terra dove la mancanza di onestà, ma soprattutto di competenza, ha portato sfasci catastrofici in tema di trasporti e mobilità che ne ha gravemente ritardato e compromesso lo sviluppo economico e sociale.
*Abbiamo anche organizzato una pedalata con partenza da piazza Roma di Catania al luogo del dibattito. Dunque per chi volesse venire in bici da Catania, appuntamento domani, 18 aprile 2015, in piazza Roma alle ore 15.45, con partenza puntualissimi alle ore 16.00.
Percorreremo tutto il lungomare fino ad Aci Castello in tempo per l’inizio del dibattito*».
Ovviamente pedalata e dibattito sono aperti a tutti.
Monica Adorno