Tratto dalla Trilogia della Malavita di Angelo Mancuso, giornalista, poeta e drammaturgo calatino, Donne di Mafia è scritto nell’intento civile e “cronistico” di proporre diverse facce della cultura e del fenomeno mafioso. Ebbene, “cosa nostra” è qui vista con gli occhi e con la carne di donne siciliane forti, risolute, combattive, ma in taluni casi schierate dalla parte sbagliata. La trilogia ha debuttato a Caltagirone la scorsa settimana.
Donne di mafia è andato in scena con l’adattamento e la regia di Gianni Scuto, che ha diretto più di settanta spettacoli teatrali con attori di rilievo nazionale, e consta di tre atti unici che potrebbero essere rappresentati separatamente, ma, vertendo su un solo tema, possiedono un forte senso di continuità.
“La consegna”, “Il rifiuto” e “Madre Sicana”, contengono storie tratte dall’orribile cronaca criminale. Il salto di qualità dell’autore, però, consiste nell’approdo umano, scandagliato e proposto con acuta lucidità. Inoltre, il montaggio previsto dalla messinscena appare ancor più fortemente realistico.
La pièce ha proposto un percorso in tre stadi, quasi fossero stazioni di sofferenza, pentimento e angoscia. Segno distintivo sarà un mondo di macerie e miserie umane che vengono trasmesse attraverso la presenza di tre “sacerdotesse” depositarie di un rito infinito e ineluttabile.
In scena: Nellina Laganà, Cettina Bonaffini, Marcella Marino, Antonella Scornavacca, Loriana Rosto. Inoltre: Mario Sapienza, Gianni Fontanarosa, Giuseppe Carbonaro e Raffaele Alemanno. Canzoni di Rosa Balistreri. Scene e costumi curati da Teatro dell’Orca. Luci di Salvo Lauretta.
Donne di mafia è composto di tre atti unici che potrebbero essere rappresentati separatamente, ma, vertendo su un solo tema, possiedono un senso di continuità straordinaria. La consegna – Turi, nato e cresciuto in una famiglia mafiosa, dopo l’assassinio del padre, boss di spicco di una cosca locale, entra in una profonda crisi di coscienza e decide di collaborare con la Giustizia. Alla notizia, il boss locale induce la madre a consegnargli il figlio. Il Rifiuto – Zia Carmè, la moglie del boss, vive un intimo conflitto con la figlia Graziella, all’oscuro dell’attività dei genitori, per la quale sogna un futuro pulito. Graziella verrà a conoscenza della verità. Madre Sicana – Chiusa in un muto dolore per la morte del marito e del figlio, Rosalia si consegna alla solitudine disperata per espiare le sue colpe. Alla ricerca di una giustizia possibile, accetta, con disarmante rassegnazione, di pagare qualunque prezzo per il rispetto di sé stessa e delle uniche persone che ha amato.