È partito da appena 32 minuti il Minuetto che collega Palermo a Catania. La corsa è quella delle 17.30 e i vagoni messi a disposizione da TrenItalia sono solo due. Troppo pochi a quanto pare per il numero di persone che hanno necessità di tornare a Catania per il fine settimana. E forse non solo perché oggi è venerdì e domani è festa. Pochissimi giorni fa l’assessore regionale Giovanni Pizzo aveva accennato chiaramente al fatto che la corsa dei “panettieri” (per sua stessa ammissione), quella che parte alle 5.28 del mattino da Catania era strapiena. Eppure al momento, e nonostante il numero dei pendolari che percorrono settimanalmente la Catania-Palermo (e viceversa) siano circa 3.000 (in totale) i treni rimarranno due per tratta fino al tre maggio. Fino a quando cioè non diventeranno attivi le sette coppie di treni veloci per collegare le due città più grandi dell’isola.
La foto, scattata solo pochissimi minuti fa da Florinda Mattaccini immortala dal vivo il modo in cui stanno viaggiando gli utenti, ma è più corretto chiamarli clienti, proprio adesso. Tutti i posti a sedere occupati, persone appoggiate alle maniglie e qualcuno persino tra loro. Per un viaggio che non dura poche manciate di minuti ma tre ore!
Ma i problemi non sono solo questi. Anche acquistare il biglietto è un problema. Le bigliettere sono prese d’assalto con file chilometriche e le biglietterie automatiche non sempre funzionano e Florinda è riuscita ad acquistare il biglietto in tempo solo grazie al consiglio di un impiegato che le ha suggerito (e non solo a lei) di acquistarlo dal giornalaio. Un problema acuito dal fatto che i biglietti non possono – ancora – essere acquistati online: “I siti vengono aggiornati con una cadenza mensile – ha dichiarato l’assessore regionale ai Trasporti Giovanni Pizzo -, l’aggiornamento è previsto per il 30 aprile”. E noi ci chiediamo: se l’aggiornamento è mensile e le sette coppie di treni verranno attivate il 3 maggio, dovremo aspettare fino al 31 maggio per poter acquistare i biglietti online delle nuove corse?
Eppure la domanda più importante che Florinda ci fa dalla chat è di non riuscire a capire perché questi treni non sono stati attivati prima della catastrofe del viadotto Himera. La stessa domanda ce la siamo fatti anche noi e l’abbiamo girata sia all’amministratore delegato di TrenItalia, Vincenzo Soprano, sia a un rappresentante della Federconsumatori nazionale, sia all’assessore regionale ai Trasporti Giovanni Pizzo.
L’ad di TrenItalia ci ha risposto che loro si limitano a fare quello che gli “ordina” la Regione. Sia in termini di numero di treni, sia in termini di fermate. È ovvio che se un treno fa sei fermate nella tratta Catania-Palermo non potrà impiegare, con la linea ferrata che abbiamo in Sicilia, tre ore. “La Regione ha fatto la cosa più intelligente che poteva fare – ha rincarato la dose il vice presidente nazionale della Federconsumatori, Sergio Veroli – eliminare le fermate. Una scelta che doveva fare la Regione: è lei che decide il contratto di servizio con TrenItalia. È la Regione che paga i collegamenti. Ed è la Regione che decide quali e quante fermate bisogna fare. Le responsabilità di TrenItalia su efficienza dei treni, qualità dei servizi e pulizia dei vagoni sono successive. Ma il livello del servizio lo decide la Regione”.
“I treni che sono stati attivati dopo il cedimento Himera – ha dichiarato l’assessore Pizzo – erano già previsti da un lavoro che stavamo portando avanti da mesi. Nonostante il fatto che i siciliani non amano il treno perché non è un mezzo individuale (non lo sarebbe neanche l’autobus, nda) , avevamo previsto due Minuetti attivi da giugno e gli altri cinque da dicembre. Dopo Himera ho chiamato TrenItalia e gli ho chiesto di attivarli immediatamente”.
Chiudiamo con l’ultimo commento che scrive Florinda: “Stiamo stipati come bestie”.
Monica Adorno