Il Consiglio comunale pensa di risolvere i problemi del Teatro Stabile sfiduciando il presidente Nino Milazzo. Si procede come nel calcio: quando una squadra va male si caccia l’allenatore senza considerare le colpe della proprietà. Forse, per mille diversi motivi, Milazzo non è stata la migliore scelta per quel ruolo ma, allo stesso tempo, non è certo colpa sua la situazione tragica in cui si trova il massimo ente cittadino. Stessa cosa dicasi per Giuseppe Dipasquale anche se, essendo direttore artistico da diverso tempo, forse qualche responsabilità in più ce l’ha. In ogni caso, visto che le cose vanno proprio male, il Consiglio comunale ha pensato che cambiare tutta la compagine non sarebbe sbagliato. Partendo, ovviamente, dal presidente Milazzo. La cui sfiducia è stata votata anche da consiglieri della maggioranza. Evidentemente l’idea di un nuovo presidente autorevole, giovane ed esperto del settore si è fatta strada nella mente dei consiglieri. Stessa cosa sta accadendo per quel che riguarda il direttore artistico.
Il sindaco Enzo Bianco difende Milazzo: «Le difficoltà di gestione, non solo economiche, che attraversa lo Stabile – afferma Bianco – hanno origini antiche e varie che andranno affrontate. Il presidente non ha responsabilità gestionali e fra pochi mesi, a scadenza naturale, ci sarà un doveroso rinnovamento di alcune figure dirigenziali. Milazzo è tra coloro che sta provando con impegno a dare un cambio di passo necessario, operando in una condizione di difficoltà con le consuete professionalità, esperienza e saggezza, le stesse usate negli importanti incarichi che ha avuto nel corso della sua carriera. La passione che mette anche verso il Teatro è da sottolineare e di questo lo ringraziamo».
Occorre poi una seria riflessione sulla diminuzione delle entrate: nel 2008, ad esempio, il contributo regionale, la principale fonte di sostegno del Teatro, è sceso del 58%. Il Teatro Stabile – continua Bianco – è una istituzione per questa città ed è un ente regionale con regole precise. Si lavora dunque per risolvere le criticità, peraltro molto pesanti per tutti i teatri siciliani, a partire dal Teatro Massimo di Catania che ha avuto un taglio in Finanziaria di 1,7 milioni di Euro. Per lo Stabile, inoltre, aspettiamo che la Regioni nomini finalmente il proprio Revisore dei Conti affinché tutto il Collegio possa insediarsi».
Non c’è dubbio che molti dei guai del Teatro Stabile sono da addebitarsi alla Regione ed appare quindi paradossale che proprio oggi, venerdì 15 maggio, alle 18,15, nel Teatro Verga, Rosario Crocetta parlerà della sua passione per Pasolini in un incontro dal titolo “P come Poesia e anche come Presidente” inserito nella rassegna “L’alfabeto della memoria” organizzata dallo Stabile. La conversazione verrà condotta da Salvo Fallica, introduzione e conclusione saranno di Nino Milazzo. La speranza è che, anche dopo l’appello della deputazione regionale etnea, Crocetta oltre a parlare di Pasolini parli anche, e in termini concreti, del futuro del Teatro e dei suoi lavoratori.
Un’altra tegola che si è abbattuta sulla cultura catanese è stata la decisione di Antonio Presti di abbandonare la città perché si sente abbandonato dall’amministrazione comunale.
«Non ho alcuna intenzione di rispondere alle provocazioni di Antonio Presti: gli voglio troppo bene per entrare in polemica con lui”, gli ha subito risposto Enzo Bianco che ha aggiunto: «Spero davvero che Presti ci ripensi . La battaglia per la cultura che va combattuta a Librino ha bisogno di tutte le forze migliori».
Ma Presti respinge l’amicizia e precisa che il suo non è un addio ma un arrivederci, tornerà a Catania, fa capire, fra qualche anno, magari quando sarà cambiato il sindaco.
La città, dunque, dovrà fare a meno del mecenate messinese.