La commedia musicale di Tony Cucchiara Pipino il Breve, spettacolo simbolo del teatro siciliano nel mondo, viene rappresentata da una compagnia composta da più di venti artisti, tra attori, cantanti, musicisti e ballerini. L’opera chiude la stagione 2014-2015 del Teatro Brancati. A portarla in scena fino al 24 maggio è una compagnia tutta nuova, guidata da Tuccio Musumeci, formata da Massimiliano Costantino, Evelyn Famà, Carlo Ferreri, Margherita Mignemi, Elena Ronsisvalle, Olivia Spigarelli, Riccardo Maria Tarci. E con Maria Carla Aldisio, Giuseppe Balsamo, Dario Castro, Emiliano Longo, Amelia Martelli, Iridiana Petrone, Marina Puglisi, Gabriele Rametta, Claudia Sangani, Giovanni Strano e Giorgia Torrisi. Assieme a loro i musicisti – che si esibiscono dal vivo – Pippo Russo, Roberto Fuzio, Rosario Muschitta e Alessandro Pizzimento. La regia è di Giuseppe Romani, le musiche di Tony Cucchiara, le coreografie di Silvana Lo Giudice e le scene e i costumi di Francesco Geracà. La collaborazione al testo è di Renzo Barbera.
Pipino il Breve è uno spettacolo dove l’attore e il cantante si fondono, accompagnati da folli danze che coinvolgono lo spettatore. L’obiettivo è quello di emozionare, grazie alla vitalità della musica, raccontando la storia del re dei francesi Pipino, utilizzando tecniche che ricordano l’opera dei pupi. Nel Prologo, infatti, la compagnia di attori-pupi si prepara per lo spettacolo. Il cantastorie annuncia che sarà rappresentata la vicenda dell’avventuroso matrimonio fra Pipino, detto “il Breve”, e Berta d’Ungheria, detta “dal grande piede”. Seguono 13 quadri caratterizzati da vicende vivaci e colorate che si susseguono seguendo un ritmo incalzante e coinvolgente.
Lo spettacolo si propone quindi di raccontare una storia allettante e stimolante, attraverso attori del calibro di Tuccio Musumeci, uno dei grandi capocomici del teatro italiano. Pipino il breve è un musical con radici antiche ma sempre attuale, che grazie alla compagnia di professionisti che lo mettono in scena non stanca mai, anno dopo anno, ma risulta invece sempre più richiesto a testimonianza di quel teatro d’eccezione che sta ormai scomparendo dal panorama artistico teatrale contemporaneo.