Panormus (Palermo) la città eterna, che fosse per eccellenza il giardino del mediterraneo, non vi è alcun dubbio fin dalla notte dei tempi, essa era definita col nome arabo di Genuard città giardino. Nel suo cammino storico ebbe ben tredici dominazioni e in questo lungo passaggio storico, non ha mai perso la fama di avere i più bei giardini al mondo. Questa eredità fu proseguita con amore verso la natura, in tutto il suo processo storico tramandato da generazioni in generazioni.
La realizzazione di questo gioiello della botanica, risale agli anni che vanno dal 1885 al 1889. Il progetto nasce dall’architetto Ignazio Greco commissionata da Joseph Isaac Spadafora Whitaker chiamato comunemente Giuseppe, nacque a Palermo 12 luglio 1850 mori a Roma il 3 novembre 1936, facoltoso imprenditore e studioso discendente da una famiglia inglese stabilitasi a Palermo a metà del XIX secolo che diede vita alla comunità anglo palermitana. La Villa è in stile classico rinascimentale è strutturata in tre livelli.
LA VILLA DI GIUSEPPE WHITAKER
All’interno si sviluppano diverse sale decorate e arricchite da una collezione di oggetti d’arte provenienti da tutto il mondo, che il proprietario Giuseppe Whitaker nei suoi innumerevoli viaggi li acquistò per abbellire l’aspetto della sua dimora. L’elenco di questi gioielli è vasto e cominciare dai mobili d’arte lavorati e di gran pregio e così poi, quadri, coralli, libri, avori, vasi, porcellane, arazzi fiamminghi del secolo XVI, dipinti tra cui opere di Francesco Lojacono. Tra le sale spicca la sala d’estate affrescata da Ettore De Maria Bergler. Giuseppe Whitaker, oltre alle sue capacità imprenditoriali aveva uno spiccato senso e amore artistico culturale, che lo portò ad avere la passione della ricerca storica archeologica abbinata allo studio dell’ornitologia e dell’ambiente naturalistico. Fu anche profondo conoscitore della botanica ed a lui si devono la scoperta nel 1902 degli scavi e i resti archeologici risalenti alla città punica dell’ottavo secolo avanti Cristo, dell’isola di Mozia nello stagnone di Marsala.
Queste sue grandi qualità furono importanti per la realizzazione della villa e soprattutto del giardino, che affidò a un grande artista della botanica il primo capo giardiniere Emilio Kunzmann, nato a Baden-Baden nel 1835 e morto a Palermo nel 1908), che ne curò il progetto, introducendo fioriture di esemplari unici e specie poco diffuse. Emilio Kunzmann fu anche l’ideatore del progetto botanico, che rese famose le tre ville dei Whitaker-Ingham.
IL GIARDINO GEOGRAFICO
Il giardino si estende per sette ettari di terreno recintati da alte mura, l’ingresso è ubicato sull’odierna via Dante, con un imponente cancello di ferro battuto di ottima fattura artistico artigianale.
All’ingresso del cancello il giardino si presenta con una coltivazione all’inglese, con una serie di vialetti che consentono un percorso tra le sue asimmetrie degli spazi, la parte opposta invece è di realizzazione tipica di giardino all’italiana, caratterizzata da spazzi disposti geograficamente, in simmetria intorno alla villa. Nel giardino hanno dimora alberi e piante provenienti da ogni angolo della terra, Tunisia, Sumatra, Australia, America Meridionale, Nuova Caledonia, Messico, e tanti altri luoghi del pianeta. Inoltre nel vivaio si conservano oltre 150 specie di orchidee.
Tra le meraviglie di questo mini paradiso terrestre, si annovera la presenza di un maestoso Ficus Macrophylla o Ficus Magnolioide, bellissimo per la sua imponenza e la sua ultra secolare età, più giovane del suo anonimo albero presente a villa Garibaldi che conta ben 152 anni, ed è l’albero più grande d’Europa. Inoltre altre meraviglie come la Yucca Australis Agavacea del Messico, le rarissime Araucarie Rulei, specie di conifera di origine della Nuova Caledonia, poi la Butia Yatay, palma proveniente dall’America del sud. Ciò dimostra storicamente che la città di Palermo, fu una delle principali metropoli Europee a introdurre vari tipi di coltivazioni, piante e alberi di diverse specie e di ogni luogo o continente grazie anche al suo tipico clima temperato mediterraneo.
Nel servizio fotografico noterete il tronco di un albero morto nel 2012, a causa di un attacco di Rhynchophorus Ferrugineus, il soggetto in questione era un esemplare di Jubaea Chilensis. Oggi riamane il solo tronco eretto nella sua maestosità senza più i suoi rami, ma ricoperto da una fitta vegetazione di piante e foglie rampicanti, come a volerne fare un monumento funerario. Si segnala anche la presenza di una bellissima fontana, immersa nel verde di un grande prato con attorno uno spettacolo della natura: sembra di vivere in un angolo dell’Eden e ascoltare un canto dantesco di elogio al Paradiso.
Dalla parte opposta della villa si trova una coppia di leoni che, fieri, ornano l’ingresso con scalinata e colonne. Uno dei leoni dorme adagiato su una base di marmo a lato della colonna e la scala, l’altro invece, dalla parte opposta, si guarda attorno verso la natura che lo circonda e, soddisfatto di tanta magnificenza, guarda il suo compagno compiaciuto.
Il consiglio e quello di non mancare la visita a questo meraviglioso angolo di Eden della nostra amata Palermo, che oltre ad essere patrimonio e memoria della nostra terra è anche tesoro del mondo.
Aldo Di Vita