Aci Trezza – Buone nuove per Giovanni Rodolico, l’ultimo mastro d’ascia rimasto nel borgo marinaro tanto caro a Verga. Un mese fa avevamo pubblicato un articolo (clicca qui per leggerlo) per denunciare il pericolo a cui si incorreva facendo scomparire per sempre questo lavoro artigianale ce invece,per le sue peculiarità e la tradizione che rappresenta, dovrebbe essere inserita tra i beni intangibili dell’Unesco. Ieri pomeriggio nel cuore del porto di Aci Trezza si è tenuto un incontro tra Luciano Zuccarello, rappresentante regionale di Fratelli d’Italia AN, il rappresentante FAPI di Santa Venerina, l’avv. Orazio G. Vecchio e il mastro d’ascia Rodolico. Nell’esprimere piena solidarietà al sig. Rodolico, ritenendo la sua attività un bene da valorizzare e tutelare, Zuccarello ha ribadito di voler mettere a disposizione dello stesso tutte le proprie risorse professionali. Per questo motivo insieme alla Federazione Autonoma Piccoli Imprenditori di Santa Venerina è stato deciso di promuovere un corso di formazione volto alla tutela, promozione e valorizzazione di questo antico mestiere ormai in estinzione. Rodolico, infatti, è l’ultimo mastro e ha acconsentito ad occuparsi personalmente della progettazione di questo corso. Al Fapi invece spetterà tutta la parte burocratica con gli adempimenti necessari per la sua approvazione. ha intenzione di promuovere, con la piena collaborazione di sig. Rodolico (che a Trezza chiamano u vaccarolu), un corso di formazione volto proprio alla tutela, promozione e valorizzazione dell’antico mestiere del mastro d’ascia. Il FAPI, anche grazie all’ausilio dell’avvocato, si occuperà della progettazione del corso, nonché di tutti gli adempimenti necessari per la sua approvazione e l’attivazione che, con buone probabilità, dovrebbe partire entro l’anno.
Ma le buone notizie sembrano non finire qui, il gruppo infatti si sta impegnando per far assumere un apprendista con Garanzia Giovani non solo con Rodolico ma anche con altri mestieri a rischio di estinzione, ad esempio ciabattini o scalpellini della pietra lavica.
Monica Adorno