Approda a San Giovanni La Punta il Festival internazionale di cinema itinerante contro le mafie Libero cinema in Libera terra nato nel 2006 dalla collaborazione tra Libera, realtà fondata da don Luigi Ciotti, e Cinemovel, fondazione che vanta la presidenza onoraria di Ettore Scola. Cinemovel Foundation è un progetto culturale innovativo, dedicato al cinema itinerante e alle potenzialità comunicative che il mezzo cinematografico è in grado di sviluppare: dal 2001 fa viaggiare il cinema, come strumento di conoscenza, scambio e sensibilizzazione per contribuire allo sviluppo culturale, sociale ed economico dei luoghi che attraversa. Libero cinema in Libera terra, a dieci anni dalla sua prima edizione, ha già percorso oltre 80.000 chilometri e realizzato quasi 150 tappe, proiettando film nei beni confiscati alle mafie e restituiti alla legalità, nelle piazze e nei parchi, coinvolgendo attorno alla visione collettiva 70.000 persone, oltre ai tantissimi spettatori virtuali.
Contro le mafie, ogni estate, la carovana di Libero Cinema porta le emozioni del cinema direttamente alle persone per promuovere l’allargamento degli spazi democratici e la cultura della legalità. Obiettivo del Festival è coinvolgere i cittadini del presente, cosmocivici, nuovi cittadini del mondo globalizzato convinti che la democrazia si sperimenti nel pubblico confronto, nel bilanciamento delicato fra libertà e regole comuni.
Nel 2015 Libero Cinema in Libera Terra arriva alla sua 10° edizione e inizia il tour il primo luglio dalla Sicilia, dove il festival è nato. Prima tappa a Licata, poi San Giovanni La Punta, Catania, Trapani e Palermo.
A San Giovanni La Punta il festival porta due film diversi tra loro ma entrambi vincitori dei Nastri d’argento 2015 e con un messaggio forte e importante da trasferire. Entrambi gli appuntamenti, previsti dalle ore 21 a ingresso gratuito, saranno introdotti dalla giornalista Ornella Sgroi e saranno preceduti da Mafia Liquida, performance di Vito Baroncini tra cinema, fumetto, lavagna luminosa, uno spettacolo di arte partecipata che ha preso il via nel 2014 e che si arricchisce dei contributi, degli incontri, delle storie raccolte lungo il viaggio.
Ma c’è un altro evento clou che si terrà giovedì 2 luglio alle 21 nell’auditorium del Parco Commerciale Le Zagare. Ventitre nomi, scritti uno dopo l’altro. Ventitre storie che racchiudono un dolore e un segno che non può e non deve essere dimenticato. Sono quelle delle 23 vittime innocenti della mafia cadute tra il 1976 e il 1995 per mano di Cosa nostra catanese. Uomini dello Stato, un giornalista scomodo come Pippo Fava, un avvocato che non si voleva piegare ai clan come Serafino Famà, ma anche “semplici” cittadini e ragazzini. Per tenere viva la memoria le loro storie sono raccontate nell’opuscolo “Vittime innocenti di mafia di Catania e provincia” realizzato dal presidio di Libera “Giuseppe Fava” dei Paesi etnei.
I film in programma a San Giovanni La Punta
2 luglio ore 21 – Noi e la Giulia di Edoardo Leo. Italia 2015, 115 min.
Diego (Luca Argentero), Fausto (Edoardo Leo) e Claudio (Stefano Fresi) sono tre quarantenni insoddisfatti e in fuga dalla città e dalle proprie vite, che da perfetti sconosciuti si ritrovano uniti nell’impresa di aprire un agriturismo. A loro si unirà Sergio (Claudio Amendola), un cinquantenne invasato e fuori tempo massimo, ed Elisa (Anna Foglietta), una giovane donna incinta decisamente fuori di testa. Ad ostacolare il loro sogno arriverà Vito (Carlo Buccirosso), un curioso camorrista venuto a chiedere il pizzo alla guida di una vecchia Giulia 1300.
3 luglio ore 21 – Anime Nere di Francesco Munzi. Italia/Francia 2014, 103 min.
In una terra dove il richiamo delle leggi del sangue e il sentimento della vendetta possono ancora avere la meglio su tutto, prende vita la storia di una famiglia criminale calabrese. Una vicenda che inizia in Olanda, passando per Milano, fino in Calabria, sulle vette dell’Aspromonte, dove tutto ha origine, e fine. Anime Nere è la storia di tre fratelli, figli di pastori, vicini alla ‘ndrangheta, e della loro anima scissa. In una dimensione sospesa tra l’arcaico e il moderno i personaggi si spingono fino agli archetipi della tragedia.