Attività scientifica e di ricerca, educazione ambientale, promozione del territorio e sviluppo socio-economico. Sono i punti cardine dell’attività di gestione delle 27 aree marine protette già istituite in Italia dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare a tutela di 228 mila ettari di mare e 700 chilometri di coste su cui si è discusso nell’aula Santo Mazzarino del Monastero dei Benedettini, in occasione del workshop “Le Aree Marine Protette: una scommessa da vincere”.
Un incontro – organizzato dal Cutgana dell’Università di Catania e dal Consorzio di gestione Isole Ciclopi dell’Amp Isole Ciclopi (costituito dall’Ateneo di Catania e dal Comune di Aci Castello) con il patrocinio del ministero dell’Ambiente – che ha registrato la presenza di esperti del settore che hanno analizzato lo stato dell’arte delle aree marine protette italiane, i problemi di gestione e le prospettive future. Ma anche un’occasione per presentare il nuovo spot istituzionale dell’Amp Isole Ciclopi (realizzato da Orazio Aloi di OBNfilm) e il virtual tour della Riserva naturale integrale Isola Lachea e Faraglioni dei Ciclopi (visibile su www.cutgana.unict.it/VirtualTourLachea/) realizzato dal Cutgana nell’ambito del progetto CET – Circuiti Eco-Culturali.
“Le aree marine protette – ha spiegato il presidente dell’Amp Isole Ciclopi, Agata Di Stefano, docente di Geologia marina dell’Università di Catania – rappresentano un’occasione di crescita e di sviluppo socio-economico importante per i territori in cui insistono grazie al miglioramento delle situazioni ambientali delle stesse ed alle numerose attività finalizzate all’incremento del turismo ed alla valorizzazione del territorio e dei prodotti locali, molti ormai certificati. A tutto ciò si aggiunge il fatto che le Amp sono un campo di studio indispensabile per i nostri docenti, ricercatori e studenti su tematiche come il monitoraggio marino, sulla fauna, sulla flora, sulla geologia marina e sull’archeologia”.
“Proprio l’Università di Catania è l’unico ateneo in Italia che gestisce direttamente le aree protette – ha spiegato il direttore del Cutgana, Giovanni Signorello – con l’obiettivo di tutelare, potenziare la fruizione sostenibile e valorizzare le aree protette anche grazie ai virtual tour”.
Un tema ripreso dal direttore dell’Amp Isole Ciclopi, Emanuele Mollica, il quale, nel raccontare l’esperienza delle Isole Ciclopi, ha evidenziato “le numerose problematiche affrontate nei primi anni dopo l’istituzione nel 1989 dell’area protetta con la popolazione locale sul campo dello sviluppo socio-economico”. “Ma i fatti hanno smentito categoricamente queste preoccupazioni. Nonostante i continui tagli ministeriali, nel territorio castellese, fortemente antropizzato, in cui insiste l’area marina protetta Isole Ciclopi, siamo stati capaci di creare attività compatibili con la tutela dell’ambiente e che rappresentano fonte di reddito per le famiglie locali grazie anche alle istanze della popolazione castellese – ha aggiunto Mollica – basti pensare al Pescaturismo, con abbattimento della pesca, ai diving autorizzati per le immersioni lungo gli itinerari subacquei e archeologici. Ed ancora la rottamazione dei motori inquinanti con cofinanziamento ministeriale nel 2005 che ci ha permesso di tagliare il 70% dell’impatto sulle acque. Sono consentiti gli ormeggi ai 5 campi boe con eliminazione dell’impatto dell’ancoraggio sulla Posidonia oceanica, la balneazione davanti l’Isola Lachea e la navigazione a remi e a vela nella zona ‘A’ di massima protezione, la navigazione a motore e la pesca sostenibile nelle zone ‘B’ e ‘C’ di riserva generale e parziale. Abbiamo recuperato tradizioni locali come la ‘sardara’ dei pescatori ed il pescato dei Ciclopi grazie a progetti ministeriali, avviato importanti campagne di educazione ambientale come la pulizia dei fondali e delle coste, tutelato il nostro mare, la fauna e la flora, grazie alla vigilanza della Capitaneria di porto di Catania ed agli impianti di videosorveglianza. Attività che hanno fatto crescere il turismo basti pensare all’incremento delle strutture ricettive”. E sulle problematiche dell’Amp Isole Ciclopi inerenti allo sversamento in mare delle fognature, Mollica ha precisato “che entro il 2015 saranno avviati i lavori di realizzazione del collettore fognario, un’opera da 21,6 milioni di euro già finanziata, che consentirà di trasferire i reflui castellesi e catenoti al depuratore di Pantano d’Arci”.
A seguire sono intervenuti i docenti Giuseppina Alongi (sulla flora e fauna dell’Amp Isole Ciclopi) e Giuseppe Mancini (sul monitoraggio delle acque), gli esperti del Cutgana, Saverio Sciandrello e Francesca Del Zoppo, ed i direttori delle aree marine protette Plemmirio (Rosalba Rizza), Punta Campanella (Antonino Miccio), l’assessore alla Protezione civile del Comune di Aci Castello, Enrico Privitera, il capitano di fregata Salvatore Cilona della Capitaneria di Porto di Catania, e Domenico Targia del dipartimento regionale alla Pesca.