CATANIA – Potrebbe essere la volta buona. I cantieri potrebbero aprire già il prossimo dicembre e la città potrebbe vedere mettere la parola fine a uno scempio lungo oltre mezzo secolo. Il progetto del nuovo corso Martiri della Libertà è stato presentato – di nuovo, anche se nella versione “aggiornata” – in Consiglio comunale. Un passaggio non obbligato, dal momento che l’accordo transattivo firmato nel 2008 dall’allora commissario del Comune, Vincenzo Emanuele, ha di fatto estromesso il senato cittadino da qualsiasi possibilità di intervenire. Ma al quale il sindaco Bianco teneva molto per coinvolgere i rappresentanti dei cittadini.
Il progetto di quello che potrebbe essere il futuro dell’area, la più grande del Sud Italia tra quelle edificabili in un centro cittadino, è stato illustrato al mondo politico, produttivo e sindacale anche se, nonostante l’entusiasmo e l’ottimismo dei progettisti, sono stati molti i commenti scettici, le facce perplesse e incredule. Numerosi consiglieri come moderni san Tommaso, pur salutando la presentazione come un significativo passo avanti verso la riqualificazione delle aree del corso Martiri della Liberà, hanno affermato di voler vedere con ansia il passaggio dalla carta al cantiere.
Lo ha sottolineato Manlio Messina, capogruppo di Area popolare, ma il pensiero sembrava condiviso. “Ci tenevo a intervenire perché è vero, oggi si segna un passaggio importante – ha detto in aula. Negli anni l’ho visto presentare sette o otto volte – ha aggiunto – si susseguono annunci, passerelle, ma niente di concreto. Spero che su questo progetto si possa costruire una città degna di questo nome”.
D’altronde, l’amministrazione guidata da Enzo Bianco non è certo la prima a presentare la sua personalissima visione di quello che dovrà essere il corso, senza che mai sia cambiato alcunché.
Eppure, al netto degli imprevisti e utilizzando sempre il condizionale, questa volta potrebbe davvero essere quella buona. Se non altro perché i progetti relativi alle opere di urbanizzazione sono già stati depositati e, se tutto andrà per il verso giusto, presto potranno essere rilasciate le prime concessioni. “Già a dicembre potremo vedere il cantiere aperto” – ha azzardato l’assessore all’Urbanistica, Salvo Di Salvo. Né i proprietari delle aree sembrano pensarla diversamente.
Insomma, la città di Catania potrebbe veramente cambiare volto, e sanare uno scempio che ricorda le “Mani sulla città” di Francesco Rosi (la Napoli immortalata dal regista potrebbe essere Catania o Palermo).
Il nuovo corso Martiri della Libertà
Verde – il terzo parco della città – meno cemento, spazi pubblici, materiali locali, armonizzazione con il contesto. Queste le parole chiave del progetto targato Mario Cucinella, architetto palermitano che ha ideato quello che sarà il nuovo corso. È stato lui, con moderato entusiasmo, a raccontare all’aula quello che è stato immaginato per il nuovo cuore pulsante di Catania.
La piazza della Repubblica sarà il nuovo parco urbano, il terzo per ordine di grandezza dopo la villa Bellini e il parco Gioeni. Due ettari di piante e verde, per i quali il primo cittadino è molto fiero ma che qualcuno, i Verdi in primis, teme possa ridursi in qualche albero o aiuola. (FOTO)
Seconda caratteristica del progetto targato Cucinella – Bianco, è l’ulteriore diminuzione delle cubature, già ridotte dalla precedente amministrazione.
Nel nuovo “centro” della città ci sarà posto anche per un nuovo parcheggio su tre livelli, che potrà ospitare 350 auto – sarà realizzato dai privati e poi ceduto al Comune; un’area nei pressi di via Maddem dove, una volta sistemata piazza Carlo Alberto, dovrebbe trovare posto il nuovo mercato coperto; un museo di 500 metri quadrati, che rimarrà ai privati, così come il teatro da 7000 metri quadri, residenze private e un albergo che sarà realizzato nella parte adiacente alla stazione e, a differenza del resto degli edifici, potrebbe superare l’altezza di tre, quattro piani. Cucinella assicura poi l’uso di materiali locali e della pietra lavica, la presenza dell’acqua come elemento predominante e, soprattutto, la grande vocazione alla socialità dell’intero progetto, con una lunga promenade pedonale – al posto della sede stradale. La viabilità alternativa sarà realizzata utilizzando il sistema viario che attualmente contorna le fosse.
“Un piano armonico” – ha spiegato l’architetto, dal quale potrà trarre vantaggio tutto il circondario. “Sarà un’opportunità per il quartiere e la città – ha aggiunto Cucinella: Corso dei Martiri funziona se funziona la città intorno, quindi bisogna legare, connettere, mettere in rete”.
Assicura altezze armoniche con il contesto, dunque, quello alle spalle di via D’Amico, ma anche quello alle spalle della chiesa del SS. Crocifisso della Buona morte, quel vecchio San Berillo che, esattamente come corso Martiri, attende da decenni la riqualificazione.“Il quartiere antico è bellissimo – ha sottolineato Cucinella – per cui vanno mantenute le caratteristiche delle vie e delle piazzette. L’intervento che faremo non è una forma di prevaricazione – ha assicurato: gli edifici saranno di tre piani”.
Per quanto riguarda la risposta del mercato, quindi la capacità che vi siano ditte disposte a investire centinaia di milioni di euro, continuano però a restare le incognite. Nessuno potrà infatti prevedere se l’investimento, una volta fatto, sarà vantaggioso. Ma, e sono i privati a dirlo, è la richiesta di rigenerazione da parte della società civile, a spingere verso l’avvio dei cantieri. “La tendenza generale, al di là del mercato – ha sottolineato Orazio Palmeri, amministratore delegato dell’Istica-Cecos – è quella di riappropriarsi della città. Lo scenario è positivo, il tessuto urbano sarà in linea con domanda crescente di rivivere e riappropriarsi della città. Insomma, la valorizzazione è in tendenza con la nuova linea di azione e di rigenerazione e io sono ottimista per principio. Dobbiamo cambiare verso alla filosofia siciliana – conclude – che non si possa fare nulla. Si può e si deve”.
MT