Catania – Un ospite d’eccezione martedì sera al consueto appuntamento di TangoLabCatania, a passar musica nella serata TangoEstate, alla Cucaracha, il musicalizador per eccellenza: Marcelo Rojas. Gli appassionati tangueri hanno sfidato intemperie e allerta meteo, per l’unica tappa catanese dell’European Tour del leggendario musicalizador di Tango Argentino, rappresentante ufficiale della musica di Buenos Aires nel mondo.
«Siamo riusciti a portare l’eccellenza della musica argentina – ha commentato soddisfatto il direttore artistico Francesco Furnari -, un’occasione imperdibile per sentire dal vivo la musica e la voce di chi a Buenos Aires il tango lo vive ogni giorno». Marcelo Rojas, infatti, oltre a “passare” musica in uno dei templi del tango a Buenos Aires, la mitica Confiteria Ideal, “suona” in festival, congressi, nelle più note milonghe della capitale argentina e ormai in tutto il mondo ed è djt ufficiale del suo paese, in forza, alla celeberrima radio di tango “La 2×4” di Baires. Un ruolo che Marcelo sfoggia con orgoglio e con la consapevolezza di portare in giro per il mondo, insieme con la musica, anche la cultura argentina perché, come spiega e ribadisce più volte: «Il tango è un evento sociale». Viso bruno e sguardo dolce, Marcelo Rojas racconta la sua esperienza ventennale di musicalizador, che è al tempo stesso esperienza di musica e di vita. Ha iniziato giovanissimo e oggi viaggia per tutto il mondo, cogliendo e apprezzando ogni tipo di differenza, «come quelle – spiega – tra noi latini e i tangueri del nord. Inizialmente i primi sono più espansivi, ma il tango serve anche a superare le differenze. La magia del tango è far sciogliere in un abbraccio anche i più freddi». Quello dell’abbraccio è un tema sul quale ritorna spesso, spiegando che «il vero segreto del tango è tutto lì: chi non ama un abbraccio? – chiede sorridendo -. Il tango è questo, dimenticare i problemi per la durata di una tanda, e concedersi un attimo di tregua da tutto, senza alcuna importanza se sai ballare bene o no. Il tango è un gioco – continua il djt – tutto nasce dalla mirata. È una storia che dura una quindicina di minuti, vedi una bella donna, la miri, se lei ricambia lo sguardo, ballate stringendovi in un abbraccio che dura qualche canzone. Il tutto col massimo rispetto», sottolinea. L’aspetto social del Tango è anche questo: «L’opportunità di incontrarsi e parlare con semplicità con le persone». Marcelo Rojas durante ogni serata osserva i dettagli e su quelli modula la musica. Le scarpe delle donne: se il tacco è alto sono molto esperte, se è basso principianti; l’abbigliamento, può essere una serata elegante, “ingessata” o più casual, «ogni particolare è fondamentale per mettere la musica giusta» che, dunque, non è mai la stessa, Marcelo infatti non prepara in anticipo nessuna playlist. Deve sicuramente anche a questa versatilità ed esperienza, il successo che riscuote ovunque e che lo porta in giro per il mondo.
«Organizzo la musica anche sul tempo della durata di una milonga, la musica deve avere tre fasi: iniziale, quando la gente sta ancora arrivando, centrale, durante la quale ci sono tutti e la sala è piena. E finale, quando in pista sono rimasti in pochi. Il clou è la parte in mezzo, quella che deve rimanerti come ricordo». Il successo di una milonga? «Che tutte le sedie rimangano vuote, che tutte le donne a fine serata abbiano ballato, perché – aggiunge scherzando – non c’è peggio di una donna arrabbiata perché non ha ballato». In questo equilibrio perfetto di cura dei dettagli, «le cortinas sono assolutamente necessarie. Il tango non deve essere una situazione in cui c’è chi resiste di più a ballare, ma un evento sociale in cui le persone si scambiano la passione per la danza. Servono degli stacchi con una musica diversa dal tango o con qualche parola del dj». Sulla musica Marcelo spiega anche che ama ascoltare tutti gli artisti e altri dj, senza sbilanciarsi sulle sue preferenze, abbraccia le influenze di tutti: «Sono sempre stato appassionato di musica. Sono nato, vissuto e vivo in un quartiere che è la quintessenza del tango, “La Boca”. Col tempo ho unito la mia passione di dj con quella per il tango, che cominciavo a scoprire. Si sono unite e non si sono più separate. Come danza e abbraccio».
Il quartiere dove è cresciuto è pieno di italiani, racconta, il che spiega l’ottima conoscenza che ha di questa lingua. Marcelo ha origini spagnole ed è orgoglioso delle contaminazioni, anche musicali, che hanno fatto grande il suo paese. Per questo, tra una chiacchiera e l’altra, non può fare a meno di domandare, quale sia il problema dell’immigrazione in Europa: «Perché in Europa è un problema? L’Argentina è piena di immigrati, per fortuna! Hanno fatto grandi cose. Bisogna aprirsi, il mondo è di tutti», dice con semplicità. Nell’abbraccio ideale del tango, almeno lì, evidentemente, c’è spazio, sempre, per tutti.