Catania – Entrando a Scenario Pubblico erano stati annunciati 50 minuti per il balletto “Franca Mente” inserito nell’Happening che ha inaugurato la nuova stagione di Scenario Danza di Roberto Zappalà. Ma il tempo è volato guardando le splendide coreografie di Elisa Pagano e dei sei ballerini della compagnia DNA: evoluzioni, contrizioni e sincronia hanno scandito un tempo musicale in cui le sonorità di Ghost e Titanic sono state il preludio e l’introduzione a uno spettacolo che parlava di migranti. Vuoi per i costumi a righe che fanno tanto marinaresco. Vuoi perché uno dei ballerini, ha letteralmente annaspato sulle onde immaginarie di un palco, che lo hanno condotto, insieme alla sua bandiera, verso una terra promessa in cui un pesce rosso con una parrucca bionda lo aspettava – ignaro – in una boccia sorretta da un piedistallo. E altro non c’era in quel palco, solo lui il pesce rosso biondo e la forza dei movimenti dei ballerini che spesso non hanno avuto bisogno neanche della musica. Solo a tratti il silenzio, interrotto da un lamento ripetitivo e convulso, che si spostava verso sonorità arabeggianti o musulmane. E poi tamburi e in un tono più alto il potere suggestivo della lirica. E ancora, di nuovo, silenzio.
E tutto è immobile, anche i ballerini che passano all’improvviso da un ritmo ripetitivo e convulso a uno stop. E si bloccano. Immobili. Quasi fosse un IO che si muove in gruppo ma nella propria individualità, crescendo di intensità e consapevolezza adesso guidati dalla voce di Piero Angela che dell’evoluzione, e della sua comprensione e trasmissione al mondo, è il simbolo.
Una delle ballerine inciampa. Per un secondo il pubblico segue con gli occhi solo lei – che per tutto lo spettacolo ha messo anima e corpo in ogni singolo movimento – per cercare di capire… si è fatta male… no, guarda continua… no, non si è fatta nulla… hai visto che brava! Ee magari qualcuno avrà pensato che lo spettacolo viene comunque prima del dolore. Eppure solo gli occhi del pubblico hanno indugiato un attimo distolti dal globale, il balletto è ancora lì che continua le sue evoluzioni guidato, adesso, dalla profondità della musica celtica e delle sue cornamuse. Avranno trovato la terra promessa? O era il proprio Io che stavano cercando in quei passaggi di danza così ben studiati? Se lo sono chiesti in tanti alla fine dello spettacolo mentre un video del balletto ripercorreva, all’incontrario, tutti i 50 minuti in poco meno di due.
Monica Adorno