Il Catania fa fuori anche il Catanzaro. Gli etnei in un soleggiato pomeriggio battono al Massimino 4-1 la squadra di D’Urso che adesso rischia la panchina. Roboante la vittoria della squadra di Pancaro alla quale basta dieci minuti per far prevalere la maggiore forza in campo, con gli avversari impegnati più a contenere la manovra dei padroni di casa, che a proporre il loro gioco.
In campo due formazioni che sulla carta hanno la stessa forza: sono due i punti in classifica delle due squadra, ma la verità è ben diversa. Se il Catania non avesse avuto i 9 punti di penalizzazioni, oggi sarebbe scesa in campo al Massimino forte di undici punti in classifica e un primo posto che per quanto visto in campo sarebbe strameritato. Dunque, è come se oggi si fossero affrontate la prima contro l’ultima. Un divario tecnico enorme tra le due squadre, che si è visto già dai primissimi minuti.
Il match
Pancaro opta ancora una volta per il 4-3-3 decidendo di far rifiatare chi ha già dato tanto a questo campionato. Spazio, dunque, a un ampio turn over. Difesa della porta affidata a Bastianoni, con Parisi, Nunzella, Musacci e Pelagatti a difendere l’area di rigore; in mediana a fianco dell’intoccabile Scarsella, Pancaro decide di inserire Bergamelli e Russotto. Trio d’attacco composto da Calil, Castiglia e Calderini. D’Urso, allenatore del Catanzaro, risponde con un meno offensivo 4-4-2, con il chiaro intento di chiudere gli spazi ai padroni di casa, limitando la manovra di Scarsella e compagni. Il Catania inizia subito in maniera aggressiva riuscendo a essere pericoloso due volte in cinque minuti. Al terzo affondo i rossazzurri passano con Calderini, bravo a concretizzare al meglio una bella azione corale dell’attacco etneo. Russotto avvia l’azione, Castiglia con un tocco veloce mette poi nelle condizioni migliori Calderini, che conclude a rete in maniera decisa e sicura.
Il Catania gioca senza affanno, senza pressioni e va vicinissimo al raddoppio al sedicesimo con una punizione di Russotto, che si infrange all’incrocio dei pali. Gli ospiti si affacciano per la prima volta dalla parte di Bastianoni solo al ventesimo con un colpo di testa di Moi, che finisce sul palo esterno. Bello e di incredibile fattura il raddoppio dei rossazzurri al minuto 24. Gaetano Calil raccoglie la rimessa laterale, affidata alle mani di Nunzella e, lasciato solo dalla difesa ospite, riesce a raggiungere l’area difesa da Scuffia dopo una cavalcata da centrocampo sulla fascia sinistra. 2-0 e seconda esplosione di gioia del Massimino. È una partita senza storia: il Catanzaro tenta senza fortuna di arginare i rossazzurri che si mostrano però ben organizzati in tutte le occasioni. Non tarda ad arrivare neanche il terzo gol. Musacci al trentanovesimo batte una punizione da centrocampo: doppio liscio per la difesa ospite, prima Priola e poi Scuffia mancano clamorosamente il pallone, che finisce in rete. Ritmi più bassi nel secondo tempo. Ma la musica non cambia. Gli etnei in area sono sempre pericolosissimi. E così bastano pochi secondi al neo-entrato Falcone per raccogliere di testa un cross scaturente da calcio d’angolo e battere Scuffia, per regalare il poker alla sua squadra. Il numero diciannove del Catania si mostra come il più propositivo di questa fase del match e va anche vicinissimo alla sua personale doppietta con un tiro dai 30 metri che finisce di poco fuori. Brutto pomeriggio per il Catanzaro, seguito a Catania da 200 tifosi. Tuttavia per gli uomini di D’Urso allo scadere c’è la gioia del gol della bandiera. Pelagatti atterra in area un avversario. L’arbitro Pierotti decide per il rigore, che Razzitti realizza con un tiro centrale. Finisce 4-1 tra gli applausi dei tifosi etnei che escono dallo stadio sussurrando: “mi sento più soddisfatto di tante partite di serie A e serie B”…
La prossima gara
Il Catania affronterà fuori casa, lunedì 19 la Casertana. Prova importante per gli etnei che sono chiamati a mostrare il loro vero valore contro la sorpresa del girone meridionale della Lega Pro e a cacciare in maniera definitiva il fantasma della penalizzazione decisa dalla Federazione.
Antonietta Licciardello