Caltanissetta – Le odissee oggi non finiscono e fanno dei giri immensi. Mentre i passeggeri partiti da Catania con il Minuetto delle 7.38 per Palermo erano immersi nel fango di Valle D’Olmo c’erano altri passeggeri – ignari o quasi – dell’avventura in cui si stavano imbarcando. Questa volta il tragitto inizia da Palermo, esattamente un secondo dopo aver acquistato il biglietto alla stazione ferroviaria di Palermo. La delegazione dell’Università di Catania, capitanata dal prof. Rosario Faraci, era a Palermo per partecipare a Start Cup Sicilia. Le ragazze della foto, insieme a Faraci, sono delle ricercatrici del parco scientifico e tecnologico di Sicilia, oggi vincitrici di una menzione speciale. Ritirato il premio e conclusi gli impegni di lavoro si erano convinti anche loro che il minuetto delle 15.38 sarebbe stato il mezzo per tornare a Catania. Non appena acquistano il biglietto vengono informati del fatto che la tratta ferroviaria l’avrebbero fatta spezzata: in treno fino a Rocca Palumba, poi in pullman fino alla stazione Caltanissetta-Xirbi da dove procederanno in treno fino a Catania.
«La nostra odissea è iniziata alle 15.38, sono le 20 e siamo ancora per la strada. Prima delle 23 non arriveremo – commenta il prof. Faraci – in una situazione molto molto disagiata. Noi siamo stati avvisati quando abbiamo acquistato i biglietti ma il punto non è questo. Una volta che sei impegnato con TrenItalia devi seguire questo percorso senza altra soluzione. Avrebbero dovuto, tramite una cabina di regia della Protezione Civile, dire alle Ferrovie dello Stato “oggi non emettete nessun biglietto”. Fate camminare le persone con l’autobus, magari tramite Polizzi Generosa impiegando tre ore. Noi invece stiamo toccando cinque province siciliane per tornare a casa, persino quella di Agrigento. È una cosa folle che andava gestita con un pizzico di razionalità: se c’è un’emergenza – rincalza il prof. Faraci – si attiva una cabina di regia. È inutile far andare le persone alla stazione avvisandole dell’interruzione solo quando hanno acquistato i biglietti. Un’interruzione che comporta, perdipiù, fare il periplo della Sicilia. Questa è una risposta all’emergenza assolutamente scriteriata e che non dà possibilità di scelta. Sapendolo avremmo potuto scegliere il percorso Palermo-Messina-Catania e invece siamo ancora qui».
Insomma una Sicilia che non solo in questo momento è divisa in tre, e forse anche in più parti dopo le ennesime frane di oggi, ma manca proprio di organizzazione e capacità.
E le cose cambiano di minuto in minuto. La delegazione dell’Università di Catania, infatti, è riuscita ad arrivare a Xirbi e solo lì sono stati informati che il loro viaggio continua in autobus. Tutto sta avvenendo in tempo reale.
«Siamo appena arrivati a Xirbi – ci aggiorna Faraci – e il capo stazione ci ha comunicato solo adesso che c’è stata un’ulteriore emergenza nell’emergenza: dovevamo scendere a Rocca Palumba ma c’è stata una frana e ci hanno dovuto deviare nell’agrigentino». Ma questa frana non è la stessa su cui si è imbattuta la carovana dei tre pullman intrappolati nel fango oggi pomeriggio?
«A Palermo il capo stazione (dove c’era anche la Petix per Striscia la Notizia) avrebbe dovuto avvisarci e farci scegliere una tratta alternativa. In tutto ciò – ribadisce Faraci – è stata assolutamente assente una cabina di regia a livello regionale che avrebbe dovuto gestire la Protezione Civile». Cose di Sicilia.
Monica Adorno