Catania – Anche quando sarà completato, perché questa, ormai, dovrebbe essere una certezza, non sarà sufficiente a “salvare” Catania e zona industriale dagli allagamenti. Ne è convinto l’assessore comunale ai Lavori pubblici, Luigi Bosco che, parlando del finanziamento ottenuto dal Governo nazionale per effettuare i lavori relativi al canale di gronda nord est e al collettore B, evidenzia come quest’opera non sarà comunque sufficiente a garantire la sicurezza della città e come vadano pensati altri interventi a corollario.
Perché il progetto per cui sono arrivati i finanziamenti, è in effetti un po’ datato: risale agli anni Novanta “quanto il territorio era diverso e anche il tipo di precipitazioni era differente – spiega l’assessore ai Lavori pubblici -, il sistema pensato allora oggi non regge a causa di due fattori fondamentali: la straordinaria urbanizzazione del territorio e la diversa tipologia delle piogge”.
Ciò non toglie che il delegato del sindaco Bianco accolga con molto entusiasmo il finanziamento ottenuto, non solo dal Comune di Catania ma anche da quelli etnei che potranno così allacciarsi al collettore. Si tratta di un totale di 58 milioni stanziati in larghissima parte per Catania e, nella restante parte, per i Comuni etnei interessati dal progetto: a Nicolosi andranno 5 milioni di euro, a Trecastagni 2,3, a San Giovanni La Punta 1,3 e a Ficarazzi, frazione di Aci Castello, 400.000.
In realtà, i fondi ci sono ma ancora non potranno essere utilizzati, almeno fino a quando l’amministrazione comunale non completerà il progetto, che dovrà essere validato attraverso un bando europeo, approvato dal Genio civile e dal Consiglio regionale per i Lavori pubblici. Solo dopo questo iter burocratico potranno partire i cantieri. Cosa che, stando a Luigi Bosco, non avverrà prima del 2016.
I lavori, secondo quanto affermato da Palazzo degli Elefanti, dovrebbero durare due anni, e comprenderanno la realizzazione di 2 gallerie: una della lunghezza di 454 metri l’altra di 112 metri per un costo complessivo di 40 milioni di euro. Per sistemare sotto il profilo idrogeologico il torrente Cubba in cui sarà riversata l’acqua piovana proveniente dal collettore si spenderanno altri 8 milioni di euro.
“Questo – conferma Luigi Bosco – è un collettore importante su cui puntiamo molto per la sicurezza di Catania, pur consapevoli che, una volta completato, dovrà essere affiancato da altri lavori che, partendo dalla sistemazione del torrente Forcile, mettano davvero in sicurezza la città e la sua zona industriale. Il torrente Forcile – spiega – attualmente, ha un periodo di ritorno di esondazione ogni due anni. Ci dobbiamo aspettare, dunque, periodicamente, che possa esondare. Serve dunque andare oltre il progetto originario. Completare i presidi che ci sono ma pensare già alla Catania del futuro. Per questo, qualche giorno fa – afferma – ho voluto convocare in sala giunta geologi, ingegneri e il direttore del Dipartimento di ingegneria civile e architettura (DicAr), Enrico Foti, per valutare tutto questo e pensare a trecentosessanta gradi a soluzioni pratiche. Il 2016 sarà un anno importante – conclude – e dobbiamo farci trovare pronti”.
M.T.