Il baratto amministrativo è stato introdotto dal Governo Renzi nel 2014 tramite l’articolo 24 del decreto Sblocca Italia. Consiste nella possibilità di offrire il proprio lavoro per non pagare nelle tasse comunali arretrate e scadute come Imu e Tari, giusto per fare un esempio.
I lavori che si possono offrire sono tutti quelli che il Comune – che accetta tale baratto tramite una comunicazione sindacale con la quale informa la cittadinanza – stabilisce come necessari per il proprio territorio, dalla pulizia delle strade, al servizio di vigilanza e controllo fuori dalle scuole, fino alla manutenzione del verde pubblico e dei parchi.
I requisiti per accedere a questo singolare, ma prezioso, baratto vengono fissati da ogni Comune tramite delibera ma almeno quattro punti devono essere rispettati da parte del richiedente:
• Maggiore età del richiedente;
• Residenza nel Comune presso il quale si inoltra la richiesta;
• La richiesta deve riguardare un debito fiscale comunale.
• Avere un ISEE non superiore all’importo che viene ritenuto congruo dal Comune (ci si aspetta razionalmente un importo poco superiore a quello equivalente per l’esonero dalla dichiarazione dei redditi) e un debito fiscale inferiore ad un certo importo.
Si tratta di uno strumento che ben si adatta alle esigenze dei disoccupati o dei lavoratori in mobilità, consentendo loro di impiegare produttivamente il tempo a disposizione per saldare i propri debiti con il Fisco.
Il primo Comune italiano che ha adottato questa forma di pagamento delle tasse è stato Invorio (provincia di Novara) che a inizio luglio lo ha varato nel regolamento comunale.
Esso prevede la possibilità per i cittadini di proporre un progetto di pubblica utilità al Comune con l’obiettivo di essere remunerati attraverso il taglio del debito fiscale verso l’ente medesimo. Altre esperienze in tema di baratto amministrativo sono ai nastri di partenza in alcuni Comuni della Sardegna e della Calabria. Ma la Sicilia non è da meno, anzi sembra sia proprio il comune di Pietraperzia quello che ha tagliato il nastro del baratto amministrativo nella Trinacria. Il sindaco Antonio Bevilacqua ha varato questa forma di pagamento per chi ha un “Isee non superiore a € 8.500 e hanno tributi comunali scaduti e non iscritti a ruolo”. La domanda va presentata entro il 31 ottobre.
In provincia di Catania ci sono comuni che hanno iniziato a parlare di questo argomento, proponendolo al Consiglio comunale (Giarre, Gravina di Catania, Aci Catena, Aci S. Antonio, Aci Castello, Pedara, Caltagirone), ma al momento la mozione non si è trasformata in atto. L’unico Comune ad averlo approvato sembra essere quello di Belpasso che l’ha votato all’unanimità nella seduta di Consiglio del 5 agosto 2015. Non è ancora chiaro se anche a Belpasso bisognerà presentare una domanda (entro quando?) per usufruire del servizio.
AGGIORNAMENTO – Con una delibera del 29 settembre anche il comune di Nicolosi ha approvato il regolamento per il baratto amministrativo.
In data 15.10.2015, anche il consiglio comunale di Sant’Agata li Battiati, su proposta si Salvo Mavilla, ha approvato all’unanimità il baratto amministrativo. Adesso il comune dovrà procedere alla stipula del regolamento per rendere operativo tale strumento.
Monica Adorno