La settimana scorsa avevamo iniziato a parlare del baratto-amministrativo e del fatto che alcuni comuni, come quello di Pietraperzia in provincia di Enna, lo hanno introdotto nel proprio comune per favorire la possibilità di uno scambio interessante: lavoro in cambio di tasse da pagare. Perché in effetti questo strumento, introdotto dal Governo Renzi nel 2014 con il decreto Sblocca Italia (art. 14), prospetta proprio questa possibilità. Da una ricerca sembrava che nella provincia di Catania questa pratica non fosse quasi conosciuta dalle amministrazioni, ma non è proprio così visto che sono diverse quelle che hanno iniziato a parlarne mettendolo all’ordine del giorno dei consigli comunale per passare poi alla stipula del regolamento e al reperimento di fondi per renderlo esecutivo. Piccoli passi che stanno compiendo Aci Catena, Aci S. Antonio, Aci Castello, Belpasso, Caltagirone, Giarre, Gravina di Catania, Pedara e Sant’Agata li Battiati, quest’ultimo su proposta, del consigliere Salvo Mavilla, approvata all’unanimità nella seduta del 15 ottobre 2015. E qui il primo passo è fatto.
Chi invece è almeno un passo avanti a tutti gli altri è il comune di Nicolosi, diretto dal sindaco Nino Borzì, che ha scelto di interpretare il baratto-amministrativo nel modo più esteso possibile. Cioè non relegandolo esclusivamente a chi può dimostrare un Isee che non superi un determinato importo – come ha scelto di fare il comune di Pietraperzia ad esempio – ma estendendolo a tutti i soggetti (privati e non) residenti nel territorio comunale. All’art. 1 dei principi generali si legge, infatti, che “questo strumento istituisce e disciplina partecipazione e collaborazione di persone residenti sul territorio e/o associazioni, gruppi sportivi, pro-loco, onlus con sede legale nel comune di Nicolosi”.
La delibera di approvazione del baratto-amministrativo è del 29 settembre ed è entrata in vigore due settimane dopo la pubblicazione sull’albo pretorio. È stato anche deciso un periodo di sperimentazione di due anni.
Alle porte dell’Etna si istituisce e disciplina così la partecipazione e collaborazione dei residenti, includendo in questa categoria anche associazioni, gruppi sportivi e pro-loco, nell’offrire il proprio servizio di volontariato civico e riconoscendo in cambio forme di riduzione/esenzione dei proprio tributi comunali in relazione allo svolgimento a regola d’arte delle attività e dei servizi assegnati. Attività che potrà essere svolta nella pulizia delle aree a verde, nella pulizia dei cigli delle strade (comprese mulattiere e e sentieri), delle piazze o di locali di proprietà comunale o, ancora delle aree giochi per i bambini. Tra i lavori da poter offrire non compare il servizio di accompagnamento o di vigilanza all’ingresso o all’uscita delle scuole e il motivo è che “il decreto Sblocca Italia non lo prevede. Abbiamo letto e riletto i termini di applicazione di quanto disposto nel decreto e a quello ci siamo attenuti – ha dichiarato il sindaco Borzì -. Il decreto infatti prevede solo interventi di manutenzione su strutture pubbliche e non servizi di vigilanza o altro. Avevamo pensato anche al servizio sui pulmini scuola, ma non ci sentiamo di applicare una cosa che non è prevista”.
A Nicolosi il baratto quindi non potrà essere proposto su tasse “passate” o scadute?
“No, anche se so che altri comuni lo stanno facendo. Abbiamo valutato questa problematica e si scontra con il fatto che alcune somme sono state già scritte nei bilanci passati. Per questo abbiamo scelto di adottarlo solo sui bilanci futuri”.
Quindi il baratto è già attivo?
“Non ancora, dobbiamo fare il bando in cui inseriremo i dettagli. Cioè la somma che abbiamo previsto – ha concluso Borzì – e i termini di tempo che avranno i residenti, privati e altri, a presentare i propri progetti”.
Per accedere a queste attività bisognerà presentare una domanda di inserimento al neo istituito Albo della Cittadinanza Attiva.
Monica Adorno