Una telefonata, per molti normale (ad esempio per il segretario regionale del Partito democratico, Fausto Raciti), ma per molti altri no, ha riacceso i riflettori sul Pua, l’acronimo che indica il Piano urbanistico attuativo per Catania sud, cioè il grandioso progetto che dovrebbe trasformare il volto della città e del suo litorale sabbioso.
Quanto rimbalzato sui giornali, la conversazione tra l’attuale primo cittadino, Enzo Bianco e l’imprenditore, editore Mario Ciancio, oltre ad aver scatenato commenti sull’opportunità o meno di quella chiamata e sulle implicazioni – squisitamente politiche -, ha rivitalizzato il dibattito sul piano per Catania sud e sulle opportunità di realizzarlo. Discussioni alimentate prevalentemente dalle due realtà civiche Comitato No Pua e da Catania bene Comune che hanno chiesto le dimissioni del primo cittadino. Una richiesta avanzata di fronte alla nuova, imponente, notizia di cronaca, ma che non tiene forse conto del ruolo svolto dall’amministrazione Bianco nel ridimensionare alcuni aspetti del piano urbanistico, esitato dalla Giunta Stancanelli e votato in Consiglio comunale nel febbraio 2013, con la presentazione delle osservazioni avanzate dal Cru, il consiglio regionale per l’Urbanistica. Lo sottolinea lo stesso Enzo Bianco, dopo aver ricordato di aver dato lui l’avvio per la riqualificazione della parte meridionale della città nel 1999.
“Il Pua è stato approvato dalla precedente amministrazione nel maggio 2013 – aveva detto il sindaco – e, in linea con la continuità amministrativa, doverosa quando si affrontano argomenti così importanti per la città, noi lo abbiamo portato avanti, anche se diverso dal nostro progetto. Una parte significativa delle osservazioni degli ordini e delle associazioni sono state accolte e fatte proprie dal Consiglio comunale – ha aggiunto – che lo ha approvato definitivamente”. L’area interessata è di 1 milione 243 mila metri quadrati. La superficie che verrà edificata è di 185 mila metri quadrati. “Un rapporto pari a 0,15 metri quadri su mentre cubo” aveva evidenziato ancora il primo cittadino.
Insomma, è l’attuale amministrazione a ridimensionare il progetto che comprende anche 270 mila metri quadri di parco urbano, 160 mila di parcheggio, 80 mila di strade. Gli edifici che sorgeranno saranno un palazzo dei congressi, uno delle esposizioni, un acquario, un parco divertimenti, ricettività alberghiera ed extra alberghiera e strutture commerciali di vicinato.
In ogni caso, ed è qua che torna prepotente il condizionale, bisognerà capire se il Pua – che ha avuto l’ok definitivo della Regione – verrà comunque realizzato. Non è da escludere, infatti, che Renzo Bissoli, l’imprenditore patron di Stella Polare, la società che dovrebbe realizzare il Piano, voglia procedere con i cantieri. Il progettista, Paolo di Loreto, dopo l’approvazione della delibera con le modifiche richieste dal Cru aveva paventato la possibilità di non procedere a causa dei “troppi lacci e lacciuoli, che sembrano ai nostri occhi decisamente strumentali e pilotati”.
Passerà dunque ancora del tempo prima di capire se la Plaja, e con questa la città, cambierà volto o se, il Piano urbanistico per Catania sud, rappresenterà l’ennesima occasione sprecata.
M.T.