«Caro Fausto, sono convinto di non avere alternativa a rassegnare le mie dimissioni da membro dell’assemblea Regionale del Partito Democratico, dall’esecutivo Nazionale e da vicepresidente regionale dei Liberal PD, dal direttivo comunale del PD di Motta Sant’Anastasia e di dover pertanto restituire la mia tessera di partito.
Solo poche righe per fare memoria e argomentare una decisione per me molto sofferta.
«Nel 2010 mi dimisi da assessore Provinciale allo Sport e Polizia Provinciale della Provincia Regionale di Catania aderendo solo con una stretta di mano al progetto in seno al PD portato avanti dall’allora senatore Enzo Bianco: probabilmente sembrerà inadeguato al linguaggio politico in voga, ma fu una scelta dettata dal cuore, dalla passione, dalla speranza e a riprova di ciò basta osservare la totale assenza di “paracaduti” o incarichi vari; seguirono 6 anni di umile militanza nel partito da parte mia e di molti miei amici amministratori che mi seguirono, si tesserarono e portarono avanti con impegno e fatica il nostro comune progetto; progetto che portò 5000 voti alla lista del PD a seguito della mia candidatura alle elezioni regionali del 2012.
«Sei anni di impegno, cinquemila voti non bastarono però ad evitare di essere continuamente estromessi, quando non apertamente osteggiati: durante le elezioni comunali di Motta Sant’Anastasia nel 2014, nonostante il sostegno del sindaco Enzo Bianco, del segretario provinciale Enzo Napoli e di altri deputati regionali e nazionali, mi fu negato il simbolo.
«E fu un grande successo per il partito dato che io persi per soli 7 voti (nonostante i 1477 voti come candidato Sindaco) l’altro candidato, dimostrò la velletarietà della sua candidatura, utile solo alla perdita delle elezioni da parte del PD e, cosa infinitamente più grave, alla perdita di un’occasione per portare avanti e insieme, la battaglia politica per la chiusura della discarica di Motta Sant’Anastasia.
«Nonostante questi tristi momenti, io e i miei amici in questi 6 anni di militanza dentro il Pd venivamo solamente contattati in occasione delle varie elezioni comunali, nazionali, europee, come fossimo un magazzino di voti, senza diritto di parola.
«Non tutto è stato così triste: questi anni sono stati costellati di incontri interessanti, momenti di crescita, dichiarazioni di stima, di amicizia e potrei citare molti nomi anche se riporterò soltanto quelli che più mi hanno accompagnato, primo fra tutti il sindaco Enzo Bianco, il segretario provinciale Enzo Napoli, tu stesso e il sottosegretario Davide Faraone; ma, a parte pochi episodi, per lo più ho vissuto la condizione di estromissione dal dibattito e di sacrificio sull’altare della convenienza quando non del più bieco opportunismo. Per tutte queste ragioni ribadisco le mie dimissioni».
Daniele Capuana