Catania – Una storia torbida. Uno scontro, pubblico e privato, tra due persone, che vede sullo sfondo la vecchia Amt oggi in liquidazione. Una battaglia, quella tra il sindaco e l’amministrazione tutta, e il suo ex consulente, Giuseppe Idonea, combattuta a colpi di conferenze e note stampa, di minacce di querele e di azioni giudiziarie, che sembra destinata a durare a lungo.
I fatti. Idonea, nominato nell’agosto 2013 consulente del primo cittadino per le relazioni esterne di Palazzo degli Elefanti, e a novembre commissario liquidatore dell’ex azienda di trasporto oggi in liquidazione, sembra essere la persona riferimento di Enzo Bianco al Comune per tante cose. Fino a quando, però, l’idillio si spezza e, pare per via di un rifiuto a firmare un documento, viene prima allontanato da Palazzo e poi, dopo qualche mese, rimosso dall’incarico di commissario liquidatore. Il provvedimento sindacale è del 25 gennaio: nell’atto, il responsabile del procedimento, l’avvocato Rosario Russo del Comune, contesta all’ex esperto del primo cittadino di aver pagato consulenti a peso d’oro, senza aver messo in moto alcune procedure di trasparenza e senza accordo con il sindaco. Contestazioni che vengono esternate con una nota stampa dai toni molto duri nei quali l’amministrazione annuncia di aver informato la Corte dei conti palermitana e la Procura della Repubblica. “Ho svolto il ruolo che mi era stato affidato – si difende Idonea – in pieno accordo con il sindaco Bianco”.
Da qui parte una battaglia mediatica, combattuta a colpi di note stampa e di conferenze, che fa emergere alcuni interessanti aspetti relativi alla gestione della cosa pubblica. In particolare della vecchia Amt, la società una volta municipalizzata dal 2012 e oggi in liquidazione. La bad company nella quale sono confluiti tutti i debiti che, i vari commissari, sono tenuti a liquidare. Per farlo, Idonea, ha a disposizione i fondi del Dl 35, il maxi mutuo concesso dallo Stato ai Comuni per pagare i debiti contratti dagli enti locali. Una somma che potrà essere restituita in trent’anni.
La massa debitoria in capo all’Amt in liquidazione supera i 50 milioni di euro: una cifra enorme che il commissario decide di verificare, per vedere quali azioni possano essere impugnate. E procedere all’opposizione. Per farlo, si affida a un pool di professionisti: l’avvocato Roberto Cosio, l’avvocato Attilio Toscano e il commercialista, Fulvio Ventura, per i quali spende circa 1 milione e trecentomila euro. Troppi secondo l’amministrazione che, dopo una verifica durata qualche mese, allontana Idonea, accusato non solo di aver pagato consulenze a peso d’oro, ma di aver anche utilizzato i fondi vincolati del Dl35.
Accuse respinte al mittente dall’ex commissario che, nel corso di una partecipatissima conferenza stampa, racconta le sue ragioni. Evidenziando l’accordo con il primo cittadino. “Ho fatto quello che ritenevo giusto e che mi è stato confermato nel momento in cui mi sono recato con i professionisti dal vertice dall’amministrazione per sapere se fosse in linea con la mia azione. Mi è stato detto di procedere e mi è stato chiesto se serviva altro” – spiega Idonea. Ed evidenziando, soprattutto, i risultati di gestione: l’opposizione a 870 ruoli e 2700 sotto ruoli, cartelle esattoriali che, per Idonea, erano poco chiare. 52 milioni di cartelle annullate.
Una di queste, relativa a un terreno nei pressi della Plaja, ha consentito all’amministrazione di rientrare in possesso di un terreno che, iscritto nel bilancio dell’Amt per soli 9 milioni, oggi è stato rivalutato per un valore minimo di due milioni e mezzo. È questa la vicenda emblematica sulla quale pare si sia consumato lo scontro tra Bianco e Idonea. Vicenda che arriva anche in Commissione nazionale antimafia, dove il senatore dei 5 Stelle, Mario Giarrusso, chiede al primo cittadino il motivo per cui non solo il bene era stato sottovalutato ma, in particolare, come mai non fosse stato mai difeso. Al momento in cui Idonea si rende conto della situazione, infatti, il bene è pignorato ed è arrivato al terzo incanto. Viene messo all’asta per circa 160 milioni ma l’asta va deserta.
“I terreni oggetto del pignoramento da me impugnato – spiega l’ex liquidatore – non sono stati mai stati difesi, non c’è mai stata opposizione alla procedura ipotecaria. Scopro, da solo, che c’era una procedura esecutiva risalente al 2010 e una, nuova, datata luglio 2015 – sottolinea – e, anche, che i terreni in bilancio hanno un valore di novemila euro. Per un terreno di sette ettari e mezzo mai difeso perché è interno al PUA. Io ho fatto il mio dovere – incalza – io l’ho difeso. La procedura è stata estinta: sono usciti novemila euro ma ne sono rientrati due milioni e mezzo”.
È questo, secondo l’ex liquidatore a non tornare. Un terreno, interno al perimetro del Pua, il piano edilizio per la zona sud della città, valutato in bilancio meno di un terreno montano inedificabile: 0,118 euro al metro quadro, quando sull’Etna, in zona alto montana, il valore dei terreni è 5 euro al metro quadro. Un’anomalia, sulla quale vuole vedere chiaro il senatore Giarrusso che, dopo aver ascoltato il sindaco su questo argomento, annuncia la volontà di ascoltare anche Idonea a Roma. “Bisogna capire chi ha attestato il valore inserito nel bilancio dell’Amt, un valore ridicolo, e chi non si è opposto alla procedura di pignoramento – afferma. Soprattutto, bisogna chiarire perché sembra si sia voluto liquidare il liquidatore che ha impedito questo scempio, facendo recuperare al Comune la piena titolarità del bene oggi libero dalle procedure esecutive”.
In sostituzione di Giuseppe Idonea, il 3 febbraio 2016, il Comune di Catania nomina come nuovo commissario della vecchia municipalizzata il ragioniere Roberto Giordano, impiegato interno del Comune, che ha “accettato l’incarico – si legge nella nota inviata dall’amministrazione – a titolo gratuito e darà corso a tutti gli atti necessari alla liquidazione dell’azienda”. L’incarico affidato a Idonea era invece a titolo oneroso come previsto dall’art. 4, comma 2 della L.R. n. 7 del 2011.
M.T.