Il consigliere comunale dei Democratici in una interpellanza chiede all’amministrazione di sottoporre al Consiglio la decisione e di revocare la delibera di Giunta di dicembre 2015
Catania – L’operazione con cui il Comune di Catania ha deliberato la vendita alla Sac di un terreno da 45 mila metri quadri nella zona dell’aeroporto Fontanarossa, in cambio dell’acquisizione di un pacchetto azionario della stessa società di gestione dello scalo etneo, rischia di rappresentare una “svendita di un bene pubblico, che provocherebbe un depauperamento del patrimonio del tutto incomprensibile”.
A lanciare l’allarme è il consigliere comunale del Partito Democratico, Niccolò Notarbartolo, che ha depositato una interpellanza con cui chiede all’amministrazione comunale chiarimenti sulla cessione di una vasta area comunale alla Sac.
“Il 15 dicembre scorso la Giunta comunale ha deliberato la cessione alla Società Aeroporto Catania spa delle aree a ridosso dello scalo, a fronte dell’acquisizione di un pacchetto azionario della stessa Sac” esordisce Notarbartolo, che spiega: “La Giunta ha determinato in 6 milioni 341 mila euro il valore delle aree da cedere, circa 45 mila metri quadri, senza però stabilire in alcun modo la quantità e il prezzo delle azioni della Sac da ricevere in cambio, autorizzando genericamente solo il pagamento di un sovrapprezzo delle azioni, senza che lo stesso fosse stato determinato e lasciandone quindi la sua valorizzazione alla controparte Sac, senza alcun controllo pubblico che dia garanzia del rispetto dei valori di mercato”.
Ma la contropartita, per il consigliere PD, sarebbe poco rilevante: “Autorizzando la cessione delle aree e l’ingresso del Comune nella compagine sociale della Sac, sicuramente in una percentuale di due o al massimo tre punti percentuali, in nessun modo nella stessa deliberazione di Giunta si fa riferimento alla partecipazione del Comune alla governance della società”.
Ciò a fronte della cessione di un terreno da cedere il cui valore, “dato anche lo sfruttamento ipotizzabile a fini commerciali (parcheggi, alberghi, aree commerciali e così via) alla luce del recente piano di sviluppo aeroportuale, risulta particolarmente rilevante – sottolinea Notarbartolo – mentre la contropartita che si ottiene dalla cessione, ossia una partecipazione azionaria irrisoria e del tutto ininfluente per la definizione delle scelte societarie, appare del tutto inadeguata”.
Inadeguata oltre che inopportuna, per il consigliere dei Democratici, è la delibera di Giunta di dicembre perché “trae origine da decisioni adottate un decennio fa da un Consiglio comunale fondato su maggioranze e indirizzi politici differenti all’attuale, ma anche in momenti socio-politici e di sviluppo economico totalmente diversi in termini di piano di sviluppo infrastrutturale e di passeggeri in transito dall’aeroporto, ma soprattutto su un quadro societario profondamente diverso dall’attuale, scaturito a seguito dell’accorpamento ormai prossimo delle Camere di Commercio di Catania, Siracusa e Ragusa e dell’istituzione della Città Metropolitana”.
Nella sua interrogazione, dunque, Notarbartolo chiede all’amministrazione comunale di “sottoporre all’attuale Consiglio Comunale ogni decisione in merito all’utilizzo delle aree di proprietà comunale limitrofe all’aeroporto Vincenzo Bellini di Catania e alla loro giusta valorizzazione” e di “revocare l’atto deliberativo 187 del 2015 che di fatto si limita a prendere atto di quella che alla luce della inadeguata contropartita appare come una svendita di un bene pubblico che si inquadra in una politica di depauperamento del patrimonio pubblico del tutto incomprensibile”.